PH > Nadir's Big Chance

Charisma, febbraio 1975

"Nadir's Big Chance" - 3:33
"The Institute Of Mental Health, Burning" (Hammill, Chris Judge Smith) - 3:32
"Open Your Eyes" - 5:13
"Nobody's Business" - 4:09
"Been Alone So Long" (Chris Judge Smith) - 4:11
"Pompeii" - 4:25
"Shingle Song" - 4:15
"Airport" - 3:04
"People You Were Going To" - 5:05
"Birthday Special" - 3:36
"Two Or Three Spectres" - 6:20

brani di Peter Hammill
prodotto da Peter Hammill
registrato dal 1 al 7 dicembre 1974 ai Rockfield Studios nel Galles da:

Peter Hammill / Rikki Nadir: chitarre, piano, basso, voce
Hugh Banton: basso, tastiere
Guy Evans: batteria
David Jaxon: sax e flauto

Dicembre 1974: i VDGG sono tornati assieme e sono in procinto di entrare nei Rockfield Studios per registrare il disco della reunion, Godbluff. Prima di farlo però PH convoca i compagni per una session di una settimana per registrare il suo nuovo disco solista. Il fatto che la band originale si riunisca gli da paradossalmente carta bianca per creare un lavoro radicalmente diverso da tutto quanto ha fatto fino ad ora. Il nuovo disco costituirà una frattura con il passato e sarà non solo l'inizio di un mark 2 nella sua carriera, ma sarà ricordato dai posteri come un disco seminale per l'incombente ondata punk che sta per scuotere la scena musicale.
Progressive e punk? Non si è mai sentito nulla di più antitetico, eppure… Non so se PH sia stato realmente profetico o se semplicemente abbia annusato l'aria e si sia reso conto che c'era una nuova energia nei club. Lui racconta solo di aver provato il desiderio di recuperare l'energia di sé stesso teenager attraverso lo pseudonimo, o meglio l'alter ego, di Rikki Nadir, giovane beat britannico in odore di Kingsmen, Eddie Cochran, Muddy Waters. Resta il fatto che di beat e di rithm & blues in Nadir's Big Chance non c'è traccia, mentre "one two three four" in almeno due canzoni sono inventati accordo per accordo i futuri Sex Pistols ed in particolare il vocalist Johnny Rotten. E che nelle note di copertina originali è scritto chiaro e tondo: the anarcich presence of Nadir - this loud aggressive perpetual sixteen years old - and I can only submit and play his music - the punk songs. Niente giri di parole.

Malcon McLaren, futuro impresario dei Sex Pistols, gravitava attorno al giro della Charisma Records. Nel 1975 (in febbraio usciva Nadir's Big Chance) Malcolm faceva un'audizione ad un ribelle con i capelli verdi e la scritta "I hate" su una T-shirt del Pink Floyd per un gruppo dal nome The Strand. Il ribelle avrebbe peso il nome di Johnny Rotten, il gruppo Sex Pistols e il 26 novembre 1976 sarebbe uscito il singolo Anarchy In The UK.

L'album si apre "one two three four" con un brano al 100% Sex Pistols: l'omonimo Nadir's Big Chance in cui Rikki Nadir (alias PH) canta "Questa è la mia grande occasione / salire sul palco / vi mostrerò cosa vuol dire / basta con i falsi, battete i piedi di rabbia / abbattete i muri e usciamo / siamo più che semplici idioti, sempre fregati / forza tutti quanti: abbattiamo il sistema con la canzone / abbattiamo il sistema con la canzone!" Se questo non vi dice qualcosa…
Un altro splendido pezzo punk / pistols è Birthday Special, un inno abbellito da un rude sax punk maltrattato da un certo David Jaxon… un pezzo che avrebbe meritato le classifiche come qualsiasi singolo dei Pistols, dei Clash o dei Ramones.
Sempre il sax di Jackson, pardon Jaxon, è il rude protagonista di Nobody's Business, l'altro pezzo punk del disco.

Ma Nadir's Big Chance non è solo il libro segreto dei Sex Pistols. È anche un viaggio nella giovinezza di PH. The Institute Of Mental Health Burning è un brano ripreso dai primi giorni della band di Hammill e Chris Judge Smith, scritto proprio da quest'ultimo con la storia di un manicomio che brucia che sembra uscire dalla penna di Edgar Allan Poe. La sintesi fra i VDGG seminali e il disco del '75 crea un suono che potrebbe ricordare quello dei Roxy Music di Brian Eno, come del resto People You Were Going To, il remake (remodel) del primo singolo dei VDGG per la Mercury Records nel gennaio 1969.
Open Your Eyes canta di un locale da ballo, il Locarno Ballroom di Derby dove il giovane PH aveva ascoltato i primi eccitanti gruppi di serie B della sua vita. Di nuovo uno scatenato Jaxon evoca l'ambiente dei primi selvaggi Roxy.
Been Alone So Long è un gioiello, una perla scritta di nuovo da Chris Judge Smith, una ballata assolutamente romantica che avrebbe potuto essere cantata dal grande Roy Orbison e che sarebbe stata un instant hit negli anni sessanta come negli anni ottanta, ma non nel 1975. PH recupererà il pezzo ancora in Love Songs, nel 1984.
Pompei scava di nuovo nel passato personale di Peter: una poesia scritta sui banchi di scuola che viene musicata per l'occasione.
Shingle Song è un altro diamante grezzo, un gioiello di ballata romantica - il genere in cui PH eccelle - addolcita da un sax gitano, su un amore che finisce. Il tema del successivo Over prossimo venturo.
"Guardo il cielo ma è vuoto ormai / guardo al mare ma non contiene altro che disperazione / alzo i miei occhi ma il capo rimane chino / guardo al mio fianco ma tu non ci sei / e io non ti posso togliere dalla mia mente / no no no non ti posso togliere dalla mente…"

Airport è, se possibile, anche più emozionante. Ci siamo dimenticati di Nadir e del punk: o magari è proprio Rikki a cantare un amore perduto che si allontana su un aereo mentre lui resta a contemplarne la scia nel cielo incapace di muoversi.
Di fronte a tanta grazia il brano di chiusura, una sarcastica critica al music biz, sembra poca cosa per chiudere tanto album.

Un disco che non fu capito dalla critica ed ignorato dal pubblico, ma che molti musicisti presero come fonte di ispirazione. Non solo Malcom McLaren, ma anche l'amico Robert Fripp che chiuse il discorso progressive dei King Crimson e mettendosi a lavorare su un suono più moderno ispirò il proprio solista Exposure sui toni di Rikki Nadir - come fece per Peter Gabriel 1 e forse Sacred Songs con Daryl Hall.

Per me un disco importante ed intrigante ancora oggi.

brani inseriti nel live show: nadir's big chance, shingle song

consiglio per l'acquisto: un lavoro maggiore, con canzoni ancora belle, adatto particolarmente agli amanti dell'art rock.

The Famous Charisma Label


La Charisma Records è un'etichetta discografica fondata nel 1969, in piena epoca progressive, da Tony Stratton Smith, allora manager dei Nice di Keith Emerson e di Van Der Graaf Generator.
Fra le band che avrebbero stampato i loro dischi per l'etichetta compaiono i Genesis di Peter Hammill.
I dischi Charisma erano caratterizzati da un'etichetta con il disegno del Cappellaio Matto di Alice, in cui si vedono anche lo Stregatto ed il Coniglio Bianco.

Charisma fu acquistata nel 1983 da Virgin Records, a sua volta acquistata da EMI nel 1986. L'etichetta Charisma Label fu riesumata da EMI in occasione delle ristampe dei CD di Van Der Graaf Generator e Peter Hammill.

The Long Hello


United Artists Italia 1974, Butt UK 1976, Philips Francia 1977

side 1
1. The Theme from (Plunge) (5:31)
2. The O Flat Session (5:32)
3. Morris to Cape Roth (6:33)
4. Brain Seizure (4:01)

side 2
5. Fairhazel Gardens (7:56)
6. Looking at You (6:16)
7. I've Lost My Cat (8:28)


prodotto da Guy Evans
registrato nell'agosto del 1973 da:

David Jackson - sassofoni, flauto, piano
Hugh Banton - tutti gli strumenti su "Brain Seizure", basso su "The O Flat Session"
Guy Evans - batteria
Nic Potter - basso
Ced Curtis - chitarra elettrica, basso su "Fairhazel Gardens"
Piero Messina - chitarra elettrica, chitarra acustica, piano

PH > In Camera

Charisma, luglio 1974

Charisma, luglio 1974

Ferret and Featherbird – 3:43
(No More) the Sub-mariner – 5:47
Tapeworm – 4:20
Again – 3:44
Faint-Heart and the Sermon – 6:42
The Comet, the Course, the Tail – 6:00
Gog / Magog (in Bromine Chambers) – 17:21

brani di Peter Hammill

prodotto da Peter Hammill
registrato ai Rockfield Studios nel Galles da:

Peter Hammill - voce, chitarre, basso, pianoforte, harmonium, sintetizzatore ARP 2600, mellotron
Guy Evans - batteria (3 e 7)
Chris Judge Smith - percussioni, coro in Magog
Paul Whitehead - percussioni in Magog

commento in preparazione

PH > The Silent Corner and the Empty Stage

Charisma, febbraio 1974

Modern – 7:28
Wilhelmina – 5:17
The Lie (Bernini's Saint Theresa) – 5:40
Forsaken Gardens – 6:15
Red Shift – 8.11
Rubicon – 4:11
A Louse Is Not a Home – 12:13

brani di Peter Hammill

prodotto da John Anthony
registrato da:

Peter Hammill – chitarre, piano, basso (1, 2, 6), harmonium, mellotron, oscillatore, voce
Randy California – chitarra solista su "Red Shift"
Hugh Banton – organo, basso, tastiere, cori
Guy Evans – percussioni, batteria
David Jackson – flauto, sassofono alto, tenore e soprano

commento in preparazione

PH > Chameleon in the Shadow of the Night

Charisma, maggio 1973

German Overalls - 7:03
Slender Threads - 4:57
Rock and Rôle - 6:41
In the End - 7:21
What's It Worth - 3:56
Easy to Slip Away - 5:18
Dropping the Torch - 4:11
(In The) Black Room/The Tower - 10:53

brani di Peter Hammill

prodotto da John Anthony
registrato ai Rockfield Studios nel Galles da:

Hugh Banton - tastriere
Guy Evans - batteria
Peter Hammill - chitarre acustiche ed elettriche, pianoforte, harmonium, mellotron, voce
David Jackson - sassofono
Nic Potter - basso


commento in preparazione

brani inseriti nel live show: easy to slip away, black room (con i VDGG)

Paul Whitehead


Paul Whitehead è un artista grafico inglese noto per aver collaborato con l’etichetta Charisma per la grafica dei suoi primi album.
In particolare Paul disegnò le copertine di Trespass, Nursery Cryme e Foxtrot dei Genesis, H to He e Pawn Hearts dei Van Der Graaf Generator, Fool’s Mate e Chameleon In The Shadow Of The Night di Peter Hammill.

Quello che mi affascina nelle sue oniriche copertine, in perfetta sintonia con i temi del progressive sinfonico, è come abbia saputo esprimere in immagine la differenza di stile fra la musica di Genesis e quella di VDGG, come se la prima fosse la versione solare e l’altra quella notturna di una stessa storia.

We Go Now


All’inizio del 1972 Pawn Hearts arrivò al primo posto delle classifiche di vendita in Italia, mentre non era neppure entrato in quelle inglesi. I VDGG organizzarono il primo di ben tre tour italiani quell’anno, dove raccontano di essere stati accolti come star. Alle date italiane si aggiunsero quelle in patria, in Francia, in Belgio, Olanda, Germania, Svizzera. All’epoca i concerti erano un mezzo per promuovere i propri dischi e mentre i guadagni provenivano proprio dalle vendite dei dischi i prezzi dei biglietti erano tali che spesso i tour potevano finire in perdita. Esattamente al contrario di quello che avviene oggi dove le vendite dei dischi sono scarse ma i prezzi dei biglietti piuttosto alti. I VDGG dopo anni di live show ininterrotti e di incisioni a ripetizione, si trovarono a calcolare 35.000 sterline di debito, nessun disco in classifica in patria e una vita privata pressoché assente.
Peter Hammill per primo decise che ne aveva abbastanza, e pensò di mettere la parola fine all’avventura con la band per proseguire ad incidere dischi a proprio nome, come aveva fatto con Fool’s Mate. Ai tre membri superstiti fu proposta un ulteriore tour italiano anche senza Hammill. Decisero che ne avevano abbastanza, anche se nel 1973 si ritrovarono a registrare un nuovo disco senza PH con il nome di The Long Hello che fu stampato proprio in Italia nel 1974.

VDGG > Pawn Hearts


Charisma, ottobre 1971

side one
Lemmings (Including Cog) – 11:37
Theme One (George Martin) – 2:55
Man-Erg – 10:20

side two
A Plague of Lighthouse Keepers – 23:04
including:
Eyewitness
Pictures/Lighthouse (Hugh Banton, David Jackson)
Eyewitness
S.H.M.
Presence of the Night
Kosmos Tours (Guy Evans)
(Custard's) Last Stand
The Clot Thickens (Hammill, Banton, Evans , Jackson)
Land's End (Sineline)
We Go Now (Jackson, Banton)

Theme One sulla prima facciata è presente solo sulla versione americana del LP.
Il Cd contiene brani extra:

Theme One (original mix) (Martin) – 3:15
W – 5:04
Angle of Incidents (Evans) – 4:48
Ponker's Theme (Jackson) – 1:28
Diminutions (Banton) – 6:00

brani di Peter Hammill
prodotto da John Anthony
registrato al Trident Studios di Londra da:

Hugh Banton : organi Hammond e Farfisa organs, piano, mellotron, ARP synthesizer, bass pedals, basso, cori
Guy Evans : batteria, timpani, percussioni, piano
Peter Hammill : voce solista, chitarra acustica e slide, piano elettrico, piano
David Jackson : sax alto, tenor, e soprano, flauto, cori


Il 1971 si apre per i VDGG con il tour dei “Six Bobs”, un tour organizzato dalla giovane Charisma Records per pubblicizzare le sue band, ed in particolare i nostri, i Genesis ed i Lindsfare. Si trattava di un tour alla buona, con le band che viaggiavano tutte assieme su un solo bus (il che favorì una migliore conoscenza dei musicisti ed una certa influenza reciproca) e che suonavano per l’Inghilterra in località anche minori per un biglietto dal prezzo promozionale di soli 30 pence e con un impianto di amplificazione che non mancava di lasciare i musicisti a metà dello show.
A fine febbraio Peter registrò il suo album solista Fool's Mate con i membri della band, dei Lindsfare ed altri amici fra cui Robert Fripp, e poi la band intraprese anche un tour tedesco sempre in compagnia di band della scuderia Charisma come gli Audience ed i Jackson Heights (nati dalle ceneri dei Nice). I concerti continuarono per tutto l’anno mentre il nuovo album veniva registrato negli spazi liberi fra gli show. La band aveva raggiunto una notevole intesa musicale e David Jackson aveva inserito perfettamente il famoso suono del suo sax nel sound generale
Per i membri dei VDGG il nuovo disco avrebbe dovuto essere particolarmente importante; sarebbe stato un disco doppio ed assieme alle canzoni di Hammill avrebbe contenuto pezzi strumentali dal carattere sperimentale degli altri membri e le versioni registrate live in studio di Killer, Darkness e Squid / Octopus, giudicate migliori di quelle eseguite in precedenza.
Il primo pezzo scritto da Hammill faceva già parte del repertorio live, Man Erg, una bella canzone dolce e melodica sul tema della doppiezza, che però a metà dei suoi dieci minuti aveva un inserto dissonante in ossequio alle regole del progressive sinfonico che imponevano pezzi lunghi con variazioni melodiche e ritmiche.

“anch’io vivo dentro di me e molto spesso non so chi sono; so di non essere un eroe e spero di non essere dannato; sono solo un uomo e angeli ed assassini sono tutti qui, dittatori, salvatori e profughi, in guerra e pace, fino a che l’uomo vive”

I testi di Pawn Hearts sono estremamente letterari e sempre giocati su metafore, giochi di parole, assonanze, richiami letterari che li rendono al tempo stesso enigmatici ma anche una fonte inesauribile di scoperte e di libere interpretazioni, assecondati da musiche assolutamente barocche e romantiche sull’onda della moda progressive e probabilmente dell’influenza reciprova con le “operette” di Peter Gabriel ed i suoi Genesis. Per questo Pawn Hearts si rivelerà il più realizzato dei dischi di questi primi VDGG ma anche un disco molto legato al suo tempo.

Lemmings, il brano che apre il disco, è una sorta di poema giocato maestosamente sul canto di un “essere” che si trova in mezzo a questi lemmings votati al suicidio ma che canta invece il coraggio di sopravvivere.

La seconda facciata è un unica suite di 23 minuti, A Plague Of Lighthouse Keeper, ricavata da diverse tracce suonate separatamente ed unite in fase di missaggio, fortemente impressionista che dipinge con le tinte forti di un quadro romantico il poema del guardiano di un faro che canta la sua solitudine ma in una atmosfera non immobile ma epica di tempeste fragorose che portano vite umane a morire ai suoi piedi: la metafora di un uomo che osserva impotente la tragedia della vita senza intervenire. Non sarà mai eseguita in concerto tranne una sola volta, per la TV belga. Jackson racconta che si trattò di un equivoco: quando la band arrivò scoprì che ci si aspettava che avrebbe suonato proprio quel lungo brano, in realtà mai eseguito prima - tanto che PH dovette leggerne i testi sulla busta interna del disco.

Un altro brano di tre minuti, Theme One, un inno di sax particolarmente orecchiabile scritto da George Martin (sì, quello dei Beatles) come sigla per la BBC divenne un singolo di successo, mentre fu inserito solo sulla versione americana del LP.

Alla fine Pawn Hearts non divenne un album doppio per decisione della casa discografica. Dei brani in eccesso W divenne il retro del singolo, mentre gli sperimentali Angle of Incidents e Diminutions ed il jazzato Ponker’s Theme trovarono posto solo anni dopo sulla ristampa in CD. Una canzone in latino, Archimedes Agnostic, non fu finita e dei brani live in studio Squid / Octopus finì sulla ristampa di H to He.

Durante le registrazioni, e prima e dopo la stampa del disco nell’ottobre del 1971 i VDGG non interruppero il loro incessante tour. Il disco non entrò in classifica mentre il singolo Theme One li rese abbastanza popolari alla radio. In Italia Theme One divenne sigla di un programma televisivo. (continua)


consiglio per l'acquisto: un disco legato al suo tempo, ma il vertice della discografia dei VDGG e importante nella storia del progressive sinfonico

rating del recensore: ★★★★★

PH > Fool's Mate


Charisma, luglio 1971

Imperial Zeppelin (Hammill, Chris Judge Smith) - 3:36
Candle - 4:16
Happy - 2:36
Solitude - 4:56
Vision - 3:13
Re-Awakening - 4:01
Sunshine - 3:56
Child - 4:25
Summer Song (In The Autumn) - 2:13
Viking (Hammill, Chris Judge Smith) - 4:44
The Birds - 3:38
I Once Wrote Some Poems - 2:56

brani di Peter Hammill
prodotto da John Anthony
registrato ai Trident Studios di Londra da:

Peter Hammill : chitarra acustica, piano, testiere, voce
John Anthony : cori, produttore
Hugh Banton - organo, piano, tastiere, cori
Rod Clements : basso, violino
Guy Evans : percussioni, batteria, cori
Robert Fripp : chitarra elettrica
David Jackson : sassofono
Ray Jackson : armonica, mandolino, cori
Nic Potter : basso
Martin Pottinger : batteria
Paul Whitehead : batteria

Nel 1971, nel frenetico spazio fra H to He ed il successivo Pawn Hearts dei VDGG, e la incessante attività live della band, PH chiese a Tony Stratton Smith di poter registrare alcune canzoni che aveva scritto in passato e suonato con i VDGG ma che non riteneva più adatte ad essere inserite nei dischi della band, perché meno complessi del materiale attuale. Un paio di canzoni riconoscono addirittura come coautore Chris Judge Smith. L’incisione durò lo spazio di una sola settimana di fine febbraio in un intervallo del tour del gruppo e fu eseguita a Londra nei soliti Trident Studios, per la produzione del solito John Anthony con l’accompagnamento dei membri della band (compreso Nic Potter) e di un pugno di amici, fra cui Robert Fripp.
Fu scelto il titolo di Scacco Matto (forse una segreta speranza? In ogni caso gli scacchi ricorrono nell'immaginario di Pete) e sebbene PH scrivesse sulla copertina che il disco non rappresentasse affatto la via che intendeva percorrere, le dodici canzoni dell’album dimostrano con chiarezza che l’artista aveva altro da aggiungere alla musica con i Van Der Graaf Generator. Ripulite dal trucco degli arrangiamenti barocchi di quegli anni, e dai temi fantascientifici dei testi, le canzoni si presentano nude alle orecchie ed all’animo dell’ascoltatore, cariche di quel pathos che segnerà la produzione di Hammill.
Già mature, anche se qua e la riecheggiano di compagni di scuderia come Peter Gabriel ed i suoi Genesis, ed anche se alcune sono fra le prime cose composte da PH, diverse canzoni resteranno nel repertorio di PH, in concerto e sulle antologie.
Per esempio la malinconica The Birds, dove attraverso la metafora del canto degli uccelli PH riesce a rendere inquietante l’altrimento gioioso arrivo della primavera:

spring came far too early this year:
may flowers blooming in february.
should i be sad for the month,
or glad for the sky?
the birds don't know which way to sing
and, my friend,
neither do i

la primavera è giunta troppo presto quest’anno
fiori di maggio che fioriscono in febbraio
dovrei essere triste per il mese o felice per il cielo?
gli uccelli non sanno come cantare
e, amico io, neppure io...

Oppure Vision, elegia di un amore addirittura dolente nella sua violenta intensità:

I have a vision of you, locked inside my head;
it creeps upon my mind, and warms me in my bed...
...a vision of a vision,
protecting me from fear at night,
as the seasons roll on, and my love stays strong.
i don't know where you end, and where it is that i begin.
i simply open my mind and the memories flood on in...
…be my child, be my lover,
swallow me up in your fire-glow.
take my tongue, take my torment,
take my hand and don't let go.

ho una visione di te chiusa nella mia testa
si insinua nella mia mente e mi riscalda nel letto
la visione di una visione
che mi protegge dalle paure della notte
e mentre la stagione va avanti il mio amore resta forte
non so dove finisci tu e dove inizio io
devo solo aprire la mia mente ed i ricordi ci si riversano
sii mia figlia, sii la mia amante
ingoiami nel tuo bagliore
prendi la mia lingua prendi il mio tormento
prendi la mia mano e non lasciarmi andare


brani inseriti nel live show: vision

consiglio per l'acquisto: considerato un disco di prova dallo stesso Peter Hammill, è un acquisto per completisti.


rating del recensore: ★★★

VDGG > H to He, Who Am the Only One


Charisma, dicembre 1970

side one
Killer (Peter Hammill, Chris Judge Smith, Hugh Banton) – 8:24
House With No Door (Peter Hammill, David Jackson) – 6:37
The Emperor In His War Room – 8:15, including:
The Emperor
The Room

side two
Lost – 11:17, including:
The Dance in Sand and Sea
The Dance in the Frost
Pioneers Over c. (Peter Hammill, David Jackson) – 12:42

brani aggiunti su CD:
Squid 1 / Squid 2 / Octopus – 15:24
(registrato in origine per Pawn Hearts)
The Emperor in His War Room (prima versione) – 8:50

prodotto da John Anthony
registrato ai Trident Studios di Londra da:

Peter Hammill – voce solista, chitarra acustica, piano su "House With No Door"
Hugh Banton – organi Hammond e Farfisa, piano, oscillator, cori; basso in "House With No Door" e "Pioneers Over C”
Guy Evans – batteria, timpani, percussioni
David Jackson – sax alto, tenore e baritono, flauto, cori
Nic Potter – basso in "Killer", "The Emperor In His War Room", "Lost"
Robert Fripp – chitarra in "The Emperor In His War Room"


Il 1970 fu un anno frenetico per i VDGG. Due nuovi dischi, una quantità di concerti, i primi tour europei in Belgio, Francia, Olanda, Svizzera e Germania, non sempre accolti senza riserve (“in Germania avrebbero preferito una band heavy metal alla nostra musica”), e la registrazione di H to He fra uno show e il successivo. Fu abbastanza per Nic Potter che lasciò nel mezzo delle registrazioni dell’album. Il tastierista Hugh Banton suonò il basso al suo posto nelle registrazioni e usò i pedali bassi dell’organo in concerto: il quintetto si era ufficialmente e definitivamente trasformato in un quartetto. Il nuovo album fu di nuovo registrato ai Trident Studios usando un registratore ad otto piste. Per temi, contenuti ed arrangiamenti il disco era molto simile al precedente: rock progressivo sinfonico, gotico nelle atmosfere e barocco negli arrangiamenti. Le nuove canzoni erano molto buone, tanto che l’attacco dell’iniziale Killer è ancora capace di emozionare a distanza di quarant’anni.

Killer racconta di un mostro terribile che vive in fondo al mare, così tremendo che la madre è morta nel darlo alla luce perché "non ci possono essere due assassini nella stessa casa". La canzone è una metafora sul pentimento di non essere stato capace di amare. La frase chiave è: “now I’m really rather like you for I killed all the love I ever had… we need love” "io sono come te perché ho ucciso l’amore che avevo… abbiamo bisogno di amore”

Oltre a Killer anche Pioneers Over C è ancora oggi un pezzo ricorrente nei concerti, e notevole è anche la ballata per pianoforte di House With No Door, la casa senza porta, che è la mente “una casa senza campanello ma tanto nessuno chiama, una casa senza suoni, non serve parlare se non c’è nessuno con cui passare il tempo”.

Il titolo dell’album è un gioco di parole fra He, terza persona singolare, e H to He, dall’idrogeno all’Elio, che si riferisce alla fusione nucleare: il motore del sole, della luce e dunque della vita. I temi sono fantascientifici come spesso accade per le canzoni della band, e fra gli ospiti spicca Robert Fripp, chitarrista e leader dei King Crimson (i padrini del progressive sinfonico).

consiglio per l'acquisto: per i fan dei VDGG.

rating del recensore: ★★★★★


VDGG > The Least We Can Do Is Wave To Each Other


Charisma Records, febbraio 1970

side one
Darkness (11/11) – 7:28
Refugees – 6:23
White Hammer – 8:15

side two
Whatever would Robert have said? – 6:07
Out of my Book (Hammill, David Jackson) – 4:08
After the Flood – 11:29

brani aggiunti su CD:
Boat of Millions of Years – 3:50
Refugees – 5:24
(lati A e B di un singolo dell'aprile 1970)

(autore Peter Hammill)

Prodotto da John Anthony
Registrato ai Trident Studios di Londra da:

Peter Hammill – voce, chitarra acustica; piano in "Refugees"
Hugh Banton – organo, piano e cori
Nic Potter – basso e chitarra elettrica
Guy Evans – batteria e percussioni
David Jackson – sax tenore e alto, flauto e cori

Risolto il contratto di PH per la Mercury, i VDGG sono liberi di firmare per la neonata Charisma Records di Tony Stratton Smith. Entrano in sala d’incisione ai Trident Studios nel dicembre 1969 per registrare in quattro giorni il loro primo vero LP, utilizzando gran parte del materiale che avevano usato fino a quel momento nel live show. Si tratta di progressive sinfonico, con arrangiamenti complicati e influenzati dalla musica classica e dal jazz: un affascinante guazzabuglio che comprende almeno un paio di tracce che sarebbero rimaste nel repertorio della band per gli anni a venire: Darkness 11/11 (il numero si riferisce alla data del 11 novembre, data in cui PH scrisse il pezzo) e Refugees. Inoltre White Hammer.La nuova formazione a cinque comprende Nic Potter al basso al posto di Keith Ellis che ha lasciato e il talentuoso David Jackson al sax: un musicista di sicura presa nel live show anche per la caratteristica di suonare due sax alla volta. Jackson proviene da una band in cui era confluito Judge Smith, attraverso il quale era entrato in contatto con i VDGG. Costituirà a lungo la personalità dominante della band in equilibrio precario con quella di Peter.
Il titolo dell'album significa "il meno che possiamo fare è salutarci l'un l'altro" ed è tratto da un verso del pittore inglese John Minton. L'album gode di un certo successo di critica ma di vendite modeste. PH racconta che all'epoca durante i loro concerti metà del pubblico lasciava la sala prima del termine, ma chi restava diventava un fan.

la (orribile) copertina americana

consiglio per l'acquisto: per fans dei VDGG. I brani migliori possono comunque essere ascoltati sui successivi dischi live.

rating del recensore: ★★★

VDGG > The Aerosol Grey Machine


Mercury Records, settembre 1969

side one
Afterwards – 4:55
Orthenthian St., Pts. 1 & 2 – 6:18
Running Back – 6:35
Into a Game - 6:57

side two
Aerosol Grey Machine – 0:47
Black Smoke Yen (Hugh Banton, Keith Ellis, Guy Evans) – 1:26
Aquarian – 8:22
Necromancer – 3:38
Octopus – 8:00

brani aggiunti su CD:
Ferret And Featherbird
Giant Squid

(autore Peter Hammill)

Dedicato a Chris Judge Smith e Nick Pearne.
Prodotto da John Anthony. Registrato ai Trident Studios, Londra da:

Peter Hammill - voce, chitarra acustica
Hugh Banton - piano, organo, percussioni, cori
Keith Ellis - basso
Guy Evans - batteria, percussioni
Jeff Peach - flauto
Chris Judge Smith - voce in "Firebrand"

Nel 1969 Peter Hammill rimasto senza band ma con un contratto firmato per la Mercury Records, decise che valeva la pena comunque di registrare un disco solista a proprio nome. Radunò i compagni del nucleo dei Van Der Graaf Generator del 1968 ed entrò nei Trident Studios di Londra il 31 luglio 1969. La band provò per sei ore, registrò per dodici su un registratore ad otto piste ed il primo agosto le session erano terminate. Il mix prese altre sei ore. Alle nove canzoni registrate ne vennero aggiunte altre due, Afterwards e Necromancer, già registrate dalla band in un pomeriggio del gennaio di quell'anno ai Marquee Studios (e che si riveleranno i brani belli del disco). Il repertorio era in parte quello suonato dai VDGG, in parte costituito da canzoni nuove di Peter. In generale si tratta di materiale piacevolmente naive dove il suono dei futuri VDGG era in via di formazione. Un po' di psichedelia, un po' di folk alla Donovan, quell'aria fiabesca in comune con il contemporaneo Nick Drake, arrangiamenti avventurosi, ombre di sapore gotico. A parte i due brani citati, la parte migliore è forse la copertina, molto hippy.
Siccome era un epoca in cui le band erano più popolari dei cantanti, la Mercury insistette per poter stampare il disco come Van Der Graaf Generator anziché Peter Hammill. Il manager Toni Stratton Smith accettò di farlo purché Hammill fosse liberato dal contratto e fu così libero di offrire alla band un contratto per la neonata Charisma Records assieme ai Nice ed ai Genesis di Peter Gabriel.
Il disco fu stampato solo negli USA dove nessuno aveva mai sentito parlare dei VDGG e vendette di conseguenza.

la copertina studiata per l'edizione inglese

consiglio per l'acquisto: solo per completisti o appassionati del 1969.

rating del recensore: ★★

beginnings


Nelle parole di PH, i VDGG nacquero come una band underground fra il 1967 ed il 1968 al finire della Summer Of Love. La formazione originale consisteva in Peter Hammill e nell'eclettico Chris Judge Smith alla voce, percussioni (che comprendevano anche una macchina per scrivere) e fiati -- con un costume da vampiro, accompagnati da Nick Pearne all'organo e da una bassista di nome Maggie. Gli ultimi due elementi si persero per strada mentre la band si faceva le ossa su palchi amatoriali che comportarono anche introdurre band come i T.Rex. Rimasti in duo Peter e Judge Smith si spostarono dalla periferia alla Swinging London dove in qualche modo riuscirono a firmare niente meno che un contratto discografico per una Mercury Records in cerca di giovani talenti. A questo punto il resto della band fu cercata con un annuncio sulla stampa, che portò ad ingrossare le sue fila con Hugh Banton alle tastiere, Keith Ellis al basso e Guy Evans alla batteria. Peter e Judge Smith si sarebbero occupati di cantare a turno le loro canzoni psichedeliche già venate di ombre gotiche. Fu addirittura rimediato un manager nella importante figura di Tony Stratton Smith che era all'epoca il manager dei Nice, un trio di successo su entrambe le spiagge dell'oceano.
Una solo band si doveva rivelare troppo piccola per due cantanti, così Chris Judge Smith se ne andò per una carriera in proprio; rimarrà comunque sempre amico di Peter Hammill che in futuro farà sue diverse canzoni di Judge.

Il quartetto residuo continuò per il resto del 1968 a farsi le ossa in club come lo Speakeasy, il Marquee o addirittura la Royal Albert Hall dove fecero da spalla a Jimi Hendrix. In quei giorni Tony Stratton Smith stava architettando di fondare una propria etichetta discografica, la futura Charisma Records, per dare un miglior supporto ai Nice di Keith Emerson, ragion per cui si oppose al fatto che i tre quarti dei VDGG firmassero per la Mercury lo stesso contratto che Peter Hammill aveva già firmato. La conseguenza fu la prematura fine di quella band dopo un ultimo concerto a fianco di Fleetwood Mac e Status Quo.

discografia Peter Hammill



VDGG The Aerosol Grey Machine (Sept 1969)
PH Fool's Mate (July 1971)
VDGG Pawn Hearts (Oct 1971)
PH The Silent Corner and the Empty Stage (Feb 1974)
PH In Camera (July 1974)

PH Nadir's Big Chance (Feb 1975)
VDGG Godbluff (Oct 1975)
VDGG Still Life (Apr 1976)
VDGG World Record (Oct 1976)
PH Over (Apr 1977)
VDG Vital (live, July 1978)
PH The Future Now (Sept 1978)
PH pH7 (Sept 1979)
PH A Black Box (Aug 1980)

PH Sitting Targets (June 1981)
PH K Group: Enter K (Oct 1982)
PH Loops and Reels (June 1983)
PH K Group: Patience (Aug 1983)
PH K Group: The Margin + (registrato live 1982-1983, edito 1985)

PH The Love Songs (Aug 1984)
PH Skin (March 1986)
PH And Close As This (Nov 1986)
PH In a Foreign Town (Nov 1988)
PH Out of Water (Feb 1990)
PH Room Temperature (registrato live, Nov 1990)

PH The Fall of the House of Usher (Nov 1991 / Nov 1999)
PH Fireships (March 1992)
PH Typical Solo Performances (registrato live 1992, edito Apr 1999)
PH In The Passionskirche Berlin 92 (registrato live 1992, edito 2009)
PH The Noise (March 1993)
PH There Goes The Daylight / The Noise (registrato live Apr 1993)
PH The Storm (Before The Calm) (antologia, June 1993)
PH The Calm (After The Storm) (antologia, June 1993)

PH Roaring Forties (Sept 1994)
PH X My Heart (March 1996)
PH After The Show (antologia Jan 1996)
PH Sonix (Nov 1996)
PH + Guy Evans: The Union Chapel Concert (registrato live, March 1997)
PH Everyone You Hold (June 1997)
PH This (Oct 1998)
PH + Roger Eno: The Appointed Hour (Nov 1999)
PH None of the Above (Apr 2000)
PH What, Now? (June 2001)
PH The Thin Man Sings Ballads (antologia, May 2002)
PH Clutch (Oct 2002)
PH + Stuart Gordon Veracious (registrato live 1999 - 2002, edito 2006)

PH Incoherence (March 2004)
VDGG Present (Apr 2005)
PH Singularity (Dec 2006)
VDGG Real Time (registrato live, March 2007)
VDGG Trisector (March 2008)
VDGG Live At The Paradiso (registrato live Apr 2007, edito June 2009)
PH Thin Air (June 2009)
VDGG A Grounding In Numbers (March 2011)
PH PNO GTR VOX Live Performances (Oct 2011)
PH Consequences (Apr 2012) 
VDGG ALT (June 2012)
PH with Gary Lucas Otherworld (Feb 2014)
PH ...all that might have been... (3 CD, Nov 2014)
VDGG Merlin Atmos (registrato live Jun 2013, edito Feb 2015)
PH K Group: Live At Rockpalast, Hamburg 1981 (registrato live 1981, edito 2016)
VDGG Do Not Disturb (Sept 2016)

biografia


5 novembre 1948: nasce nel distretto di Ealing a Londra

tardi anni sessanta: studia all’Università di Manchester

1967: inizia ad esibirsi con Chris Judge Smith e Nick Pearne con il nome di Van Der Graaf Generator. Firma per la Mercury.

1969: registra il primo disco, Aerosol Grey Machine, che la casa discografica deciderà di pubblicare come Van Der Graaf Generator.

1970: riformati, i VDGG registrano The Last We Can Do per la Charisma Label di Tony Stratton Smith. La formazione è quella definitiva: High Banton, Nic Potter, Guy Evans e David Jackson.

1971: PH registra Fool's Mate a proprio nome.

1972: dopo aver conosciuto il successo solo in Belgio ed in Italia, i VDGG si sciolgono dopo tre album. Peter Hammill inizia una carriera solista.

1975: PH raduna i VDGG; registra Nadir’s Big Chance come solista e Godbluff come band.

1977: PH registra il cupo Over il cui tema è la separazione dalla compagna Alice

1978: i VDGG si sciolgono nuovamente, dopo aver perso alcuni membri per strada; PH inaugura lo studio di registrazione casalingo Sofa Sound registrando The Future Now.

1979: PH7 è l’ultimo album di PH per la Charisma Label.

1982: PH forma una band rock a cui da il nome di K Group, con cui registrerà due dischi in studio ed uno in concerto.

1992: PH fonda la sua etichetta Fie! per la quale nel tempo ristamperà tutto il suo repertorio solista registrato dal 1980. Quello precedente è ristampato da Virgin sotto l'etichetta Charisma Label.

1996: i VDGG suonano Lemmings alla Union Chapel di Londra.

2003: i VDGG suonano Still Life alla Queen Elizabeth Hall a Londra; nel dicembre PH subisce un infarto miocardico.

2004: i VDGG si riuniscono ufficialmente per registrare Present ed andare in tour.

2009: PH è in perfetta forma, continua a registrare ed è in tour (anche in Italia) sia con i VDGG che come solista.

2011: esce A Grounding In Numbers e i Van Der Graaf Generator, sia pure ridotti a trio, sono una volta di più on the road...

Peter Hammill


È probabile che Peter Hammill sia uno dei musicisti e dei cantanti più geniali della musica a cavallo del XX/XXI secolo. La sua produzione discografica è sterminata, considerato che dal 1969 ha prodotto poco più di un album all'anno, fra i dischi a proprio nome e quelli come leader cantante del gruppo progressive Van Der Graaf Generator. Se i dischi con la band sono i più popolari, sia in termini di approccio musicale che di successo, più complicato e tutt'altro che banale è seguire la traccia della sua complessa opera personale, lungo un percorso che ha sempre sperimentato la comunicazione delle emozioni attraverso la voce e canzoni non banali.
Durante questo lungo cammino Peter non ha mai cercato di aumentare il proprio appeal commerciale né di solleticare il proprio stesso pubblico con musica di genere. Al contrario non ha mai cessato di sperimentare ad ogni tappa creativa, lungo un impervio percorso di ricerca che riguarda tanto le musiche quanto le liriche. La sperimentazione in Peter Hammill non è mai stata fine a sé stessa o alla tecnica musicale, quanto tesa all'espressione delle emozioni e dei sentimenti umani nel teatro dell'esistenza. I toni di Peter Hammill sono spesso oscuri e gotici (non a caso fra le sue opere non manca una Casa degli Usher di Edgar Allan Poe) e i temi sono la vita e la morte, l'amore, il distacco, la perdita, la vecchiaia, la follia, con liriche spesso legate a doppio filo le une alle altre da richiami e giochi di parole.

La voce viene usata come uno strumento, sfruttato per la sua intera estensione, dai toni più bassi a quelli più acuti, con una teatralità tesa a generare un'atmosfera di pathos, mai banale, anche usando l'iterazione, la ripetizione di parole dal forte impatto emotivo. La musica è melodrammatica ed è subalterna al narrato, seguendo, sottolineando, esaltando il cantato come un moderno Monteverdi.

La carriera musicale di PH solista è partita negli anni settanta dallo stile progressive della band, i VDGG, con cui si è spesso necessariamente incrociato, non solo per l'uso degli stessi musicisti, ma a volte degli stessi brani se non proprio incrociando gli album: The Aerosol Grey Machine del 1969 attribuito ai VDGG è in realtà un suo album solista, mentre Fool's Mate di PH è registrato sfruttando pezzi in origine eseguiti dalla band.

Da subito la produzione solista si è fatta più essenziale negli arrangiamenti e di fatto più sperimentale e più dura. Double face, anche, divisa fra dischi loud ispirati alla new wave e dischi quiet di stampo romantico, magari registrati in solitudine nello studio casalingo sfruttando soprattutto pianoforte e chitarra, ma anche tastiere di sottofondo, sintetizzatori, loops, percussioni e basso.