PH > The Future Now

Charisma, settembre 1978

Pushing Thirty
The Second Hand
Trappings
The Mousetrap
Energy Vampires
If I Could
The Future Now
Still In The Dark
Mediaevil
A Motor-bike in Afrika
The Cut
Palinurus (Castaway)

brani extra del CD registrati in concerto alla The All Souls Unitarian Church a Kansas City, USA il 16 febbraio 1978:

"If I Could"
"The Mousetrap (Caught In)"

brani di Peter Hammill
prodotto da Peter Hammill
registrato dal 18 marzo al 26 aprile 1978 al Sofa Sound, da:

Peter Hammill – voce e tutti gli strumenti
(chitarre, tastiera, harmonium, aggeggi elettronici)
con
David Jackson - sassofono
Graham Smith - violino

Mi piacerebbe scrivere che definitivamente archiviato il secondo (o terzo) ciclo Van Der Graaf, PH guarda al proprio futuro artistico ed a quello della propria musica per traghettarsi definitivamente fuori dal periodo progressive per entrare in quello che potremmo definire il periodo Art Rock. Ma le cose non andarono esattamente così.
Quando il 18 marzo 1978 PH affittò una casa nel Surrey in cui portare l'attrezzatura da registrazione (che potremmo definire il Sofa Sound Mobile) i VDG non erano ancora archiviati. Era stato registrato il disco dal vivo al Marquee Club di Londra (il disco che sarebbe stato chiamato Vital) e David Jackson si stava occupando del mix. PH aveva messo assieme un po' di materiale per il proprio settimo disco solista che pensava di registrare prima di tornare in tournée con la band. Ciò nonostante non c'è dubbio che The Future Now apra un nuovo capitolo nella storia artistica di Hammill.
The Future Now si sviluppa nella tensione fra due poli opposti: da una parte la forma canzone, dall'altra la musica sperimentale e concreta, realizzata con apparecchiature bizzarre come un Roland Beat Box, il Revox e le fx box. In qualche modo il disco sposta l'ago della caldaia dalla canzone verso l'elettronica mano a mano che i pezzi scorrono.

Qualcuno ha scritto che PH non è mai stato un maestro nell’arte della prima canzone. Pushing Thirty (andando per i trenta) è un rock che vuole essere manifesto della presenza di Hammill nella arena della new wave:
“tutti gli scrittori si copiano l’un l’altro come lemmings
tutti in attesa di Nick Lowe che diventi come David Hemmings
io vado per i trenta, dovrei forse ritirarmi
ma anche se sono rimasto solo sono ancora spinto dal fuoco
e posso ancora essere Nadir!”

The Second Hand è un rock lento sorretto da un ritmo elettronico che ci ricorda che stiamo per entrare negli anni ottanta, abbellito dai ceselli del sax di Jackson.

Trappings riporta PH nell’ambito delle ballate di cui è maestro, e racconta una volta di più del music business: le trappole del successo.

The Mousetrap (preso nella trappola per topi) è il primo grande brano di The Future Now. Una ballata ipnotica, immobile sui tasti del piano elettrico, una tragica autobiografia ed un bel gioco di organo e piano a creare un’atmosfera classica.

“sono un cronista dell’azione, sono un attore della commedia
conosco il copione ma la recita è senza senso
e intanto i giorni si sprecano;
all’inizio avevo le mie speranze
credevo di poter tenere il palco ma ora sono ridotto al silenzio
ho esaurito la rabbia, la gioia, la violenza
ho intrappolato le mie emozioni in gabbia;
ogni volta che giro la pagina del calendario
vedo che non sto andando da nessuna parte
alla fine della corsa ci sarà qualcuno a cui interessa?

Energy Vampires è una ballata allucinata giocata sul violino di Graham Smith.

If I Could una ballata d’amore che farà parte fino al presente del repertorio di Hammill.

“Devi essere pazza a rimanere qui
e io impazzirò quando te ne andrai;
anche se sono così tante le cose da dirti
le parole escono troppo lente
e ora che sto per perderti
tutte le parole arrivano troppo tardi;
se adesso ti dicessi che ti ho amata
che effetto ti farebbe
possa io restare in silenzio
se le mie parole nascondessero bugie
lo direi se potessi…”

The Future Now è un pezzo epico che affronta il tema della difficoltoso emergere della civiltà, che PH spera esistere nel futuro.

“Siamo qui, fermi nella seconda metà del XX secolo
ma potremmo anche essere nel medio evo
l'odio cieco, accecato, accecante
di razza, sesso, religione, colore, paese e credo,
io voglio il futuro adesso
voglio stringerlo nelle mie mani
tutti gli uomini uguali e liberi
voglio la terra promessa”

Still in the Dark, (ancora nell’oscurità) è l’altra metà dello stesso testo.
Mediaevil è un coro polifonico che vuole richiamare l’ambiente di una cattedrale da cui Dio è fuggito:

“E i diversi chiusi nei manicomi
e un Papa sterile vieta la pillola
e i ricchi diventano sempre più ricchi
e i poveri pagarno il conto.
E Dio vive in silos sotterranei,
in attesa del giorno del giudizio;
se non apriamo gli occhi alla svelta
non usciremo dai tempi bui”

A Motor Bike In Afrika è giocato su un rumore ritmico che nel corso della canzone diventa un tam tam di tamburi trasformando un pezzo elettronico in una danza etnica.
The Cut è un pezzo altrettanto sperimentale di rumore bianco.
Palinurus chiude su un tema stranito ed immobile da cui emerge la melodia dei titoli di coda di uno degli album più interessanti di Hammill, proiettato verso gli anni ottanta, sperimentale eppure orecchiabile e musicale, con alcuni dei migliori brani del suo repertorio.

brani inseriti nel live show: if i could, the future now, mousetrap, the second hand

consiglio per l'acquisto: un lavoro ricco, sperimentale eppure orecchiabile. Il primo della trilogia monocromatica (dalla copertina dei tre dischi).


6 commenti:

Simone Cavatorta ha detto...

Sono d'accordo con te quando dici che è un album sperimentale ma anche orecchiabile, con alcuni dei brani migliori di Hammill.
Aggiungerei che se i testi si mantengono sempre su un livello elevato, la musica, secondo me, va un po' ad alti e bassi: a brani molto belli, magnifici talvolta (Mousetrap e If I Could su tutti), e ad alcune sperimentazioni riuscite e suggestive (Mediaevil, The Cut), se ne affiancano altri un po' freddi e poco ispirati (parlo solo della musica), fra cui metterei Pushing Thirty, Second Hand, Energy Vampires e Motorbike.

Simone Cavatorta ha detto...

A proposito del rapporto fra testi e musiche nelle canzoni di Hammill, riporto una frase dello stesso Hammill che mi sembra illuminante (tratta dal bel sito di R. Lauri, a cui sono arrivato dai link di Hammillitalia):
"Penso che la mia inaccessibilità consista nel fatto che la musica non è sempre 'bella'. La gente ama la bella musica come un ruolo preciso, non amano la musica 'brutta'. Ma io faccio della bella musica solo se l'argomento è bello. Se il soggetto della canzone è sgradevole, allora io faccio della 'brutta' musica. L'equivoco è che la gente tende ad amare o non amare la musica per quello che è, non per quello che vuoi dire".

Unknown ha detto...

Non sono d' accordo a questa definizione. Ha senso solamente se si cambiano le parole "sgradevole" e "brutta" con il termine "complicato".Allora la gente tende ad amare la musica "facile", senza bisogno di approfondire ne' nella musica che nei testi. Per "Future Now" concordiamo, solo che forse hai dimenticato mettere nel sacco delle buone la omonima F.N e la dolcissima "Castaways". E' un disco pero' un po' sopravalutato dai critici e da fans che restano sul fatto degli esperimenti e di qualcosa di nuovo senza valutare la musica se stessa.
Makis

Blue Bottazzi ha detto...

Sì, The Future Now (il brano) è davvero potente.

L'album (come il resto della trilogia) fa un po' parte del gruppo degli ex del prog di quegli anni: Robert Fripp (Exposure e Daryl Hall, il "drive to 1981") e Peter Gabriel... però è il migliore del mazzo...

Simone Cavatorta ha detto...

@ Makis:
Credo che Hammill, con quella frase, abbia voluto sottolineare lo stretto legame fra musica e testo nelle sue canzoni, che secondo lui le rende inaccessibili a chi ascolta in modo superficiale, limitandosi solo alla musica .
Su Future Now e Castaway concordo, sono brani molto belli... la frase "i want the future now, i'm young and it's my right" è fantastica, mi fa venir voglia di urlarla ogni volta che l'ascolto :-)

@ Blue:
Io complessivame preferisco Exposure, ma è un giudizio basato più che altro sulla mia reazione personale all'ascolto... a proposito, grande contributo di Hammill nei tre brani in cui canta... tra l'altro, di recente Fripp ha fatto uscire la versione di Exposure "originale", cioè quella che aveva concepito prima che la casa discografica di Hall si mettesse in mezzo, obbligandolo a sostituire Hall in alcuni brani. Be', non c'è paragone, senza Hammill quelle canzoni
perdono tutto il loro fascino.

Simone Cavatorta ha detto...

Oh, oggi sono uscito di casa ascoltando The Future Now con l'i-pod e, mentre camminavo, è iniziata una grande nevicata che ha imbiancato Roma (incredibile!)... uno scenario incongruo, emozionante e suggestivo, ancora più magico perchè vissuto con la musica di If I Could in sottofondo.