VDG > Vital


Charisma, luglio 1978

side one
"Ship of Fools" – 6:43
"Still Life" – 9:42
"Last Frame" – 9:02

side two
"Mirror Images" – 5:50
"Medley: A Plague of Lighthouse Keepers/Sleepwalkers" – 13:41

side three
"Pioneers over c" (Peter Hammill and David Jackson) – 17:00
"Sci-Finance" – 6:16

side four
"Door" – 6:00
"Urban/Killer/Urban" – 8:20
"Nadir's Big Chance" – 7:00

registrato il 16 gennaio 1978 al Marquee Club di Londra da

Graham Smith – violino
Charles Dickie – violoncello, piano elettrico, sintetizzatore
David Jackson – sassofoni e flauti
Nic Potter – basso
Peter Hammill – voce, pianoforte, chitarre
Guy Evans – batteria


"Kill all hippies, but spare Van Der Graaf... eliminate gli hippie, ma risparmiate i Van Der Graaf". Firmato: punk generation. La scena londinese del 1978 era radicalmente diversa da quella di un paio di anni prima. I supergruppi della scena progressive, che si erano abituati a suonare negli stadi, a volare in Concorde riservando un posto a sedere alla chitarra e a costruire case dal pavimento in vetro sui torrenti (è tutto successo veramente), all'improvviso non se li filava più nessuno. I ragazzi portavano T-shirt rovesciate e giacca di pelle e si stipavano in piccoli club soffocanti come il Marquee per ballare al rock & roll di Eddie & The Hot Rods o di Ian Dury & The Blockheads. Nessuno sembrava volere più pallosi assolo di sintetizzatore, musica elettronica e jazz-rock. Era un ritorno alle radici quello che glorificava i 45 giri di Who e Rolling Stones, era ancora divertimento e pogo dance quello che i teenager (e non solo loro) volevano.
Nonostante la musica di Peter Hammill sia sempre stata molto lontana dal rock & roll, i temi più oscuri e gotici della new wave, l'asprezza e la spigolosità sonora non gli erano estranei. Non è detto che Peter Hammill non avrebbe potuto trovare il suo momento nella nuova ondata, solo con un poco di malizia in più. Per esempio con un disco meno pulito e educato di quanto risultò essere l'album di studio The Quiet Zone / The Pleasure Dome. Per esempio chiamando (in modo appropriato) la registrazione del suo potente show Live At The Marquee anziché Vital, e dotandolo di una copertina magari un po' più... vitale.

Tutto questo per arrivare a dire che i Van Der Graaf che suonavano nei club nel 1977 e nel 1978 erano tutt'altro che morti viventi, ma una grezza, dura, selvaggia band in grado di evocare potenti echi gotici anche nel più angusto dei club.

La band che prese a suonare nel febbraio del 1977 era molto diversa dai VDGG che li avevano preceduti. Hugh Banton aveva lasciato la musica professionista, e David Jackson aveva mollato poco dopo aver iniziato le prove con la nuova band. Rimaneva Guy Evans alla batteria, affiancato dal redivivo Nic Potter al basso e dal violino di Graham Smith (che aveva già accompagnato PH sul disco Over). Il disco in studio che avrebbero registrato in maggio non documentava assolutamente né la potenzialità e la grinta, ma neanche il suono di questa nuova band. Cosa che fa egregiamente questo Vital registrato (cupamente) al Marquee Club (covo di punk) nel freddo 16 gennaio 1978. Nel frattempo la formazione si era allargata per la presenza di un Charles Dickie al violoncello e tastiere e dal ritorno di Jackson.
La scaletta è rappresentata quasi completamente da canzoni nuove della band.
Si apre con uno sferragliare di chitarra elettrica per un brano durissimo intitolato Ship Of Fools sostenuto dalla coppia chitarra / violino, mentre Peter sbraita:

"run rabbit run / you're the only one that can do it
turn baby turn / there's a ring of fire / and you're in it
fun baby fun / it's a Ship of Fools: no rules"

Il secondo pezzo è persino meglio: una rilettura tesissima, sulla corda del violino, di quella Still Life che è sempre stato uno dei pezzi migliori di Hammill.
Last Frame è un pezzo ipnotico tratto da The Quiet Zone, ancora sostenuto dal violino gitano, che esplode come un pezzo dei Zeppelin.

Mirror Images si rifà allo stesso tema di This Side Of The Looking Glass, su un incedere raga di grande bellezza:

"Se io sono lo specchio e tu sei l'immagine,
allora qual è il segreto fra i due,
quanti possono essere questi me e te?
ancora rifletto questo relitto nervoso che sta di fronte a me
può sicuramente dire che non è ancora libero,
può voltarsi ma non può ignorarmi,
sapere chi di noi due è lui, chi di noi due sono io
portate via lo specchio, quando non ci sarà più sarà rimasto solo quello vero..."

A sorpresa di introducono le note incantate di pianoforte, dimenticate dal tempo, di quella lontana Plague Of Lighthouse Keepers di Pawn Hearts praticamente mai suonata dal vivo dai Van Der Graaf Generator. Dopo una intensa ed emotiva introduzione vocale di Hammill, che strappa brandelli del testo originale, fa la sua comparsa il sax gracchiante di Jackson a duettare con il violino di Graham Smith in una discesa agli inferi che apre le porte a Sleepwalkers da Godbluff. È emozionante ascoltare una musica nota che nasce a nuova vita ed in qualche modo è sorprendente che avvenga così raramente.

Dopo il medley il concerto riprende ancora più sorprendentemente con la ancora più lontana Pioneers Over C in una versione molto (troppo?) lunga e molto dura.
Sci-Finance e Door sono pezzi nuovi, il secondo ispirato allo stesso tema della porta della mente di House With No Door:

"...at the astral shadow of the door of a room called I"
"all'ombra astrale della porta di una stanza chiamata me"

Il concerto va verso la chiusura con la nuova Urban che include un frammento di Killer. Per il bis viene rievocato Rikki Nadir con il punk di Nadir's Big Chance.

Uno dei momenti migliori di PH e dei suoi VDG, e anche uno dei più sconosciuti.

consiglio per l'acquisto: uno dei vertici della produzione dei Van Der Graaf, ma per orecchie avvezze al sound. Personalmente uno dei miei preferiti.

VDG > The Quiet Zone/The Pleasure Dome


Charisma, settembre 1977

the quiet zone:
"Lizard Play" – 4:29
"The Habit of the Broken Heart" – 4:40
"The Siren Song" – 6:05
"Last Frame" – 6:15

the pleasure dome:
"The Wave" – 3:15
"Cat's Eye / Yellow Fever (Running)" (P. Hammill, Graham Smith) – 5:21
"The Sphinx in the Face" – 5:59
"Chemical World" – 6:12
"The Sphinx Returns" – 1:18

brani extra del CD:
"Door" – 3:23
"The Wave" – 3:03 (demo)
"Ship of Fools" – 3:43 (lato B)

tutti i brani scritti da Peter Hammill
prodotto da Peter Hammill
registrato dal 13 maggio al 12 giugno 1977 da:

Nic Potter – basso
Guy Evans – batteria
Peter Hammill – voce, piano, chitarre
Graham Smith – violino
+
David Jackson – sassofono su "The Sphinx in the Face" e "The Sphinx Returns"


All’inizio del 1977 i VDGG erano di nuovo nei guai. Dopo un tris di album straordinari senza riscontro di classifica e dopo tre anni di touring pressoché ininterrotto, il tastierista Hugh Banton aveva deciso di lasciare la band e persino la professione di musicista.
Ma questa volta Peter Hammill non era pronto a lasciare: decise di ricostruire la band richiamando alle armi Nic Potter ed il violinista Graham Smith (già String Driven Band, un gruppo che registrava per la stessa etichetta, la Charisma Label, ed aveva collaborato con Hammill al suo Over). Il quartetto si sarebbe adeguato all’aria di novità che si respirava a Londra ed in tutto il mondo musicale in generale. Meno fronzoli e barocchismi ma una musica più diretta e minimale che privilegiasse la forma canzone sulle vecchie suite. A dimostrazione anche il pomposo nome della vecchia band sarebbe diventato un onomatopeico Van Der Graaf a serramanico.
La band entrò negli studi di registrazione nel marzo del 1977 dopo un paio di mesi di live show. Il risultato sarebbe stato un disco di nove canzoni fittiziamente diviso in due parti: The Quiet Zone / The Pleasure Dome. Rispetto al ruvido e potente live set della band, bisogna dire che Hammill barò nella produzione di questo disco, non solo ripulendo il gruppo del suo suono cupo e selvaggio, ma registrando in pratica un proprio album solista con l’aiuto di una band. Da questo punto di vista le note cristalline di QZ/PD rappresentano un anticipo dei dischi a venire con il K Group all’inizio degli anni ottanta.

Se i due brani iniziali vogliono essere vivaci e moderni nell’esecuzione, bisogna ammettere che il drumming di Guy Evans è tutto tranne che rock & roll. Il primo grande brano arriva con The Siren Song, uno dei classici lenti in cui Hammill eccelle e che diventerà un numero fisso del proprio live show.
“lettere scritte a matita, alcune pesanti come piombo, vecchie come il carbonio, nere come il carbone ma roventi come tizzoni…
…così la canzone della sirena percorre le ere e mi scorre nelle vene come champagne, e drogato dai suoi baci mi spinge a spezzare i miei legami”

Last Frame è un altro ottimo pezzo alla PH ispirato al solito dal ricordo dell’amore spezzato, raccontato dalle fotografie di lei che sviluppa in solitudine.
Cat’s Eye / Yellow Fever (Running) è uno scherzo del violino di Graham Smith, la scommessa di un nuovo singolo di successo com’era stato Theme One, che però purtroppo non riesce - commercialmente - nell’intento.
Il finale ritrova l’epica della vecchia band, con una lunga The Sphinx In The Face che comprende anche The Chemical World, tipicamente Van Der Graaf Generator.

Un album delizioso ma contradditorio, che rompe con l’epica bellezza di quelli che l’hanno preceduto ma non riflette neppure la vera immagine della nuova band (che sarà piuttosto testimoniata dal live show) limitandosi ad essere un buon disco solista di Hammill, al prezzo di deludere i vecchi fan prog e di non crearsi un pubblico nella nuova ondata.


consiglio per l'acquisto: un dolce ascolto per l'appassionato di Peter Hammill

PH > Over


Charisma, aprile 1977

"Crying Wolf"
"Autumn"
"Time Heals"
"Alice (Letting Go)"
"This Side Of The Looking Glass"
"Betrayed"
"(On Tuesdays She Used To Do) Yoga"
"Lost And Found"

brani extra del CD:
"Betrayed" (BBC session)
"Autumn" (BBC session)
"This Side of the Looking Glass" (solo version)

tutti i brani scritti da Peter Hammill
prodotto da Peter Hammill
registrato fra il 27 giugno ed il 4 luglio 1976 da:

Peter Hammill – voce, chiatarra, pianoforte, tastiere
Graham Smith - violino su "Autumn" e "Betrayed"
Nic Potter - basso
Guy Evans - batteria
Michael Brand - direttore d’orchestra su "This Side Of The Looking Glass"

La storia dietro al disco è nota: Alice, la compagna di sette anni, lo ha lasciato. Peter ci mette un po' ad elaborare il lutto, scrive un paio di canzoni che finiscono su un disco della band, Still Life dei Van Der Graaf Generator, del 1976: La Rossa (un riferimento alla regina rossa di cuore di Alice nel paese delle meraviglie, forse la stessa Alice in un gioco di specchi) e My Room (Waiting For Wonderland), aspettando il paese delle meraviglie. Quando la tensione si allenta Peter decide che è il momento di dedicare un intero disco al suo amore perduto. Un disco di musica che sarà più semplice ed accessibile di tutto quanto ha composto fino ad ora, di testi che rinunciano alla metafora ed al gioco di parole per cantare in parole lineari quello che è accaduto al suo cuore.
Lo stile di Peter Hammill è lirico e questo disco è melodrammatico, lasciando fluire i sentimenti forti come la musica di un'orchestra, realizzando in questo senso il lavoro perfetto in cui realizzarsi.

Il brano di apertura, come spesso accade nei dischi di PH, è differente da tutto il resto, un rock elettrico che potrebbe essere tratto dal precedente, punk, Nadir’s Big Chance. Crying Wolf, gridare al lupo.
“Piangere come se il dolore dovesse essere un piacere
piangere come se la rabbia dovesse essere vendetta
piangere come se il dolore fosse un tesoro
ed il tuo tesoro ti ha trovato, alla fine”

Autumn bara, perché parla del dolore di essere abbandonato dai figli, nell'autunno della vita, ben lontano dall'età del Peter Hammill di allora.
“Così eccoci qui soli, i figli sono cresciuti e sono andati via
a vivere la loro vita, dicono
mi sembra tutto così strano
ora siamo rimasti in una casa vuota
dal nido tutti gli uccelli sono volati in cieli stranieri
noi siamo messi da parte, non serviamo più
dopo aver dato ai nostri figli la nostra giovinezza e tutta la nostra vita
ci abbiamo provato
mi domando quanto tempo passerà prima che
questa canzone sia cantata dai nostri figli e dalle nostre figlie”
Una tensione sonora altissima, per una voce che gioca fra toni bassi e acuti su un tappeto di pianoforte e di orchestra.

Time Heals, il tempo guarisce, è un bellissimo pezzo di piano su un tema musicale che varia lungo il cantato.
“La prima volta che l'ho vista mi sono detto 'scommetto che è lei'
stavo parlando da solo, al solito
col passare del tempo i nostri passi si sono intrecciati, le linee non scritte
e ho cercato un modo di tenere tutto al sicuro
nella commedia - che produzione!
nei giorni sempre più dentro
mi tieni stretto ma mi allontani
lontano da te - divento un martire
perché il dolore e l'amore vanno mano nella mano
e mano nella mano vai tu con il tuo amico
tu sei sua e io sono tuo non ne posso evadere”

Alice (letting go) è un brano, per chitarra, estremamente sincero e lineare. Documentaristico. Puoi vedere PH mentre ne scrive i testi.
“A cosa servono le canzoni in ogni caso?
non sono che esercizi in solitudine
avrei dovuto essere pronto ad oggi
ho sempre pregato che tu non te ne andassi
ed immagino di aver sempre saputo che lo avresti fatto”

This Side Of The Looking-Glass è la realizzazione del disco e forse dell'intero PH come artista. È un melodramma cantato con tutta l'energia espressiva della voce accompagnato solo da una orchestra tempestosa. Il titolo è un richiamo al secondo libro di Alice di Lewis Carroll.
"le stelle nel cielo brillano ancora su di me
come sarebbero da amare se tu fossi con me
ma tu hai attraversato lo specchio
e mi hai lasciato solo a passare queste notti
sono perso, sono instupidito, sono cieco
sono ubriaco di tristezza, annegato dalla follia
l'onda mi travolge, lo specchio mi respinge
l'eco della tua risata attraversa lo specchio
ed io sono solo
nessuna amicizia, nessun conforto, nessun futuro, nessuna casa
il passato si ferma con me
tu sei tutto l'amore che io abbia mai conosciuto
e senza di te io non sono altro che vuoto e silenzioso
rifletto (su) quello che ho perso
ti ho lasciata scappare troppo presto
riesci a sentirmi? questa è la mia canzone
sto morendo; te ne sei andata"

Betrayed è una ballata per chitarra e violino dai toni “non credo più nulla al mondo”.
On Tuesdays She Used To Do Yoga, di martedì lei faceva yoga, un pezzo cupo per chitarra con la voce in eco; Lost And Found, oggetti smarriti è il brano che chiude Over con una melodia dolce e, come dice PH, con una nota di spirito.
“Sono libero alla fine
sono innamorato alla fine
sono agli oggetti smarriti”

(metti il tuo vestito rosso bambina, perché stasera usciamo
metti le scarpe con il tacco alto, questa sera andrà tutto bene)

brani inseriti nel live show: autumn, time heals, yoga

consiglio per l'acquisto: un lavoro maggiore, importante, attuale e di immediata fruizione. Da avere.

VDGG > World Record


Charisma, ottobre 1976

side one
"When She Comes" – 8:02
"A Place to Survive" – 10:05
"Masks" – 7:01

side two
"Meurglys III (The Songwriter's Guild)" – 20:50
"Wondering" (Hugh Banton, Hammill) – 7:23

brani extra del CD:
"When She Comes" – 8:13
"Masks" – 7:23
registrati al John Peel Show, BBC Radio One, 11 novembre 1976

brani di Peter Hammill
prodotto da VDGG
registrato fra 8 e 29 giugno 1975 ai Rockfield Studios (Galles) da:

Hugh Banton: Manual and Pedals (Manuel and his music of the Pedallos)
Guy Evans: Drums, cymbals, percussion & fingerpop
Peter Hammill: Vox, Meurglys III and Wassistderpunktenbacker
David Jackson: Alto, tenor and soprano saxophones and accoutrements, and flute (all in The Grotto)

vale a dire:

Hugh Banton - organo
Guy Evans - batteria e percussioni
Peter Hammill – voce, chitarra, pianoforte
David Jackson– sassofoni e flauto

Still Life era uscito nell'aprile del 1976. Nonostante la band non smise mai di essere in tour, l'energia e l'ispirazione di quei giorni erano tali che fra un concerto e l'altro i quattro provavano le canzoni dell'album successivo, che avrebbero registrato di nuovo ai Rockfield Studios in Galles in soli venti giorni nel maggio 1976.

World Record è suonato e registrato con indomabile energia persino meglio di Still Life e le canzoni sono altrettanto belle. L'alchimia che si viene a creare fra batteria, sax ed organo è tale da fare pensare ad un gruppo jazz, come i Soft Machine di fourth o five.
L'album si apre con l'inno possente di When She Comes, la Belle Dame, che potrebbe essere la "musa ispiratrice".
A Place to Survive è sorretta da un ritmo che sfiora lo swing ed è straordinario che venga generato tutto da Guy Evans senza l'apporto di un vero basso, se non i pedali dell'organo di Banton. Il dovere di sopravvivere si potrebbe nuovamente riferire alla vicenda sentimentale di Hammill.
Masks è un tema bucolico non privo di epicità su "un uomo che si nasconde dietro una maschera dietro una maschera".

Merglys III, the Songwriter's Guild, è il brano lungo (più di venti minuti), un brano epico e fortemente romantico con una parentesi ed un lungo finale strumentali su un delizioso e coinvolgente ritmo quasi reggae ed un raro lungo assolo di chitarra di Hammill. Il brano è infatti dedicato alla chitarra elettrica di PH, una Guild battezzata Merglys III dal cantante, con un gioco di parole che potrebbe far leggere il titolo come "la gilda del cantautore".

Ai sette minuti di Wondering spetta il compito di chiudere tanta trilogia (della quale i due ultimi capitolipotrebbero tranquillamente costituire un lavoro unitario, in altre parole un disco "doppio", per coerenza stilistica, tematica e per i tempi ravvicinati di registrazione e di stampa).
Un brano sinfonico, sul tema della vita e della morte:
"Io risorgerò
negli abissi aprirò i miei occhi
con il respiro che quasi mi manca, sopravviverò
io ritornerò
com'è vero che vivo, che respiro, che brucio
giuro che ritornerò
domandandomi se sia stato tutto vero"

Le registrazioni finirono il 30 maggio ed il giorno successivo la band intraprese un nuovo incessante tour europeo. Durante un breve break alla fine di giugno PH entrò in studio per registrare il sofferto album solo Over, con l'aiuto di Guy Evans alla batteria e del redivivo Nic Potter al basso. Ad ottobre l'ottimo World Record fu stampato ed accolto da ottime recensioni, e la band si imbarcò nel suo primo tour americano.
I musicisti non si erano ancora fermati dal dicembre del 1974, avevano suonato in lungo ed in largo per l'Europa, registrato e dato alle stampe tre ottimi album che però non avevano sfondato nelle classifiche di vendita ed ora si trovavano negli USA a fare i conti con la fatica e con guadagni al solito deludenti. Hugh Banton dichiarò che dopo aver portato a termine il tour avrebbe lasciato il gruppo e abbandonato la musica. Alla fine del tour, dopo aver registrato un ulteriore John Peel Show per la BBC anche Jackson decise di ritirarsi.

Hammill aveva però deciso di dare alla band un'altra possibilità.

consiglio per l'acquisto: uno dei migliori dischi della band e di Peter Hammill, fa il paio con il precedente Still Life.

VDGG > Still Life


Charisma, aprile 1976

side one
"Pilgrims" (Hammill, David Jackson) – 7:12
"Still Life" – 7:24
"La Rossa" – 9:52

side two
"My Room (Waiting for Wonderland)" – 8:02
"Childlike Faith in Childhood's End" – 12:24

brani extra del CD:
"Gog" - 10:29
Recorded live at the Theatr Gwynedd, Bangor, Wales on 10 May 1975

brani di Peter Hammill
prodotto da VDGG
registrato fra il 12 ed il 25 gennaio 1976 ai Rockfield Studios (Galles) da:

Peter Hammill – voce, chitarra, pianoforte
David Jackson– sassofoni, faluto
Hugh Banton - organo, basso, mellotron, piano
Guy Evans - batteria e percussioni

Senza neppure avere il tempo di riprendersi dal traumatico tour di fine 1975, il 2 gennaio la band cominciò a provare, su strumenti nuovi o affittati (i loro erano stati rubati a Roma) il materiale per il nuovo disco, Still Life, che fu registrato in una dozzina di giorni dal 12 al 25 gennaio in Galles. Due brani erano già pronti, Pilgrims e La Rossa, altri tre furono aggiunti, Still Life, My Room e Childlike Faith.

Still Life è il disco che contiene probabilmente le più belle canzoni di sempre di Peter Hammill. La band è perfettamente rodata, il nuovo sound messo a punto, e ispirazione ed energia scorrono a fiumi.
Pilgrims, nonostante venga dalle session del disco precedente, è migliore di tutte le sue canzoni. Forse era stato rimandato al successivo per un discorso tematico, o magari si può dubitare del giudizio di questo recensore.
Pilgrims, come tutto Still Life, ha come tema la vita (e di conseguenza la morte). Sorretto da una energica batteria pulsa attorno ad un cantato quanto mai energico e vario, sostenuto da sax e organo:
"sembra che io abbia sognato così a lungo
ora, sveglio, posso vedere che siamo pellegrini
e che come tali dobbiamo compiere questo cammino
soli e senza saperne il motivo, ma non senza valore
mentre la meta ci chiama... tutti noi pellegrini"

Still Life canta di un ipotetico mondo dove, abolita la morte, anche la vita perde significato trasformandosi in natura morta. Brano lento e gotico, ha parole bellissime anche solo dal punto di vista del loro stesso suono, con un PH che supera sé stesso quando canta:
"breathing, eating, defecating, screwing, drinking,
spewing, sleeping, sinking ever down and down
and ultimately passing away time
wich no longer has any meaning"

"il talamo nuziale è pronto
la dote è offerta
le sembianze sdentate ed emaciate dell'Eternità
mi ricevono tra le lenzuola
per unirmi al suo corpo appassito - mia moglie
suo per sempre
suo per sempre
suo per sempre
nella vita eterna / nella natura morta"

Se qualcuno è capace di ascoltare questi passaggi senza provare un brivido alla colonna, significa che le sue orecchie non sono collegate né alla mente né al cuore.

La Rossa è un brano denso di energica follia, un lamento gitano che Peter dedica alla compagna Alice, che qui in un gioco di specchi è chiamata La Rossa come la Regina Rossa del Paese delle Meraviglie, forse perché è la magnifica tiranna del suo cuore.

My Room (Waiting For Wonderland), si riferisce alla stessa Alice, a cui dedicherà l'intero album solista Over. Nel cantare il dolore della separazione la metafora lascia il posto a parole lineari e dirette:
"i miei polmoni scoppiano in un grido
come hai potuto lasciarmi qui a morire
mi congelo nel ghiaccio di questo posto
come hai potuto lasciare che accadesse?
sogni, speranza, promesse, frammenti fuori dal tempo
tutte queste cose sono state dette
eppure tu ancora non capisci come io mi senta
nell'attesa che vengano infrante"

La band è assolutamente perfetta, Jackson un sassofonista immenso, Evans un batterista jazz, il canto insuperabile ed insuperato: "waiting for them to be broken...", mentre a straziarsi è il sassofono.

Childlike Faith In Chilhood's End è il brano lungo (dodici minuti) che chiude tanto disco con un registro sinfonico, di nuovo affrontando il tema della morte come ritorno alla vita:
"...viviamo, moriamo, e poi?
...e anche se la strada è buia
e la distanza dalla cima mi spezza il cuore
perché mai la vedrò, ciò nonostante faccio la mia parte
nella fiducia che ciò che ci aspetta
sia il cosmo a confronto della polvere del passato
nella morte dei semplici umani la vita ha inizio!"

consiglio per l'acquisto: uno dei migliori dischi in assoluto della band e di Peter Hammill.

VDGG > Godbluff


Charisma, ottobre 1975

side one
"The Undercover Man" – 7:25
"Scorched Earth" (Hammill, David Jackson) – 9:48

side two
"Arrow" – 9:45
"The Sleepwalkers" – 10:31

brani extra del CD:
"Forsaken Gardens" – 7:58
"A Louse Is Not a Home" – 12:47
(registrati dal vivo il 9 agosto 1975 all'Altro Mondo di Rimini)

brani di Peter Hammill
prodotto da VDGG
registrato fra 8 e 29 giugno 1975 ai Rockfield Studios (Galles) da:

Peter Hammill – voce, chitarra elettrica, pianoforte, clavinet
David Jackson– sassofoni, flauto
Hugh Banton - organo, basso
Guy Evans - batteria e percussioni

Dallo scioglimento nell'estate del 1972, i membri dei Van Der Graaf Generator avevano continuato a suonare assieme nei tre dischi solisti di Peter Hammill ed occasionalmente, non tutti assieme, in qualche concerto di Peter. In più Banton, Evans, Jackson e Nic Potter avevano persino registrato un album assieme come The Long Hello.
Nel 1974 la decisione di ritentare l'avventura come band era presa. Nella prima settimana di dicembre entrarono in studio per registrare Nadir's Big Chance di Peter Hammill e dal gennaio 1975 cominciarono a provare in un villaggio del Herefordshire il materiale per nuovi VDGG. A dispetto del contenuto proto-punk del disco di Hammill, il materiale della band era ancora decisamente progressive e romantico, anche se gli arrangiamenti si erano fatti meno impetuosi del complesso maelstrom sonoro di Pawn Hearts (l'album che aveva preceduto lo scioglimento). Peter aveva molto materiale, ottime canzoni, e quando la band fece il primo show, il 9 maggio del 1975 in Galles, l'intera scaletta era composta dei nuovi pezzi che avrebbero riempito i futuri dischi Godbluff e Still Life, più qualche brano "Van Der Graaf" dei dischi solisti di Hammill, come Gog e A Louse Is Not A Home. La formazione era quella classica, con Hugh Banton alle tastiere, Guy Evans alla batteria, David Jackson ai sassofoni, mentre Peter Hammill si presentava sul palco non solo con la chitarra acustica, ma anche con una chitarra Vox Teardrop elettrica, battezzata da lui Meurglys II.
Forse dimentichi della lezione appresa tre anni prima, la band riprese da subito ritmi molto serrati, con un breve tour europeo seguito in giugno dalle registrazioni del nuovo materiale per il disco della reunion. Registrarono i quattro lunghi pezzi che avrebbero riempito le due facciate di Godbluff, più altre due belle canzoni che slittavano al disco successivo.

Anche se Godbluff ha molti fan ed ebbe buone recensioni, mi sembra il meno straordinario della trilogia dei nuovi VDGG. La band era in forma ed ispirata, ma nelle quattro canzoni del disco riscalda i motori per quanto farà sentire nei dischi immediatamente successivi.
Nel primo brano, The Undercover Man, l'"uomo nascosto", il cantante racconta del sé stesso che parla con il riflesso nello specchio:
"qui davanti allo specchio / i soliti problemi, la farsa di sempre
tu mi chiedi, con voce incerta / cosa dovresti fare
come se ci fosse un'alternativa al trascinarsi
mimando la canzone e sperando che tutto vada a posto da solo;
questa notte tutto sembra così strano...
mio costante amico, sempre vicino
tu e l'uomo nascosto..."

Le altre tre canzoni, Scorched Earth (terra bruciata), Arrow (freccia), Sleepwalkers (i sonnambuli - la migliore del pacchetto), si consumano nella metafora, apparentemente in una ambientazione antica. Difficile essere certi di cosa PH parli, anche se conoscendo la delusione amorosa che canterà in Over mi viene naturale pensare che si riferisca ad essa.
"Questa notte, prima di abbandonarti al dolce sonno
metterai in dubbio la tua resa al Salto degli Innamorati
o ti arrenderai all'anestesia dell'oscurità?"

Il 27 luglio la band era già a Londra ed in agosto in tournée in Italia, dove Pawn Hearts era stato in testa alla classifica degli LP più venduti. Il disco nuovo uscì in ottobre e la band non smise di pubblicizzarlo con un nuovo tour europeo che si concluse in dicembre in Italia.
In Italia però questa volta le cose non andarono troppo bene per la band: erano gli anni delle contestazioni ed al grido "la musica è di tutti" ogni concerto era diventato l'occasione di tafferugli con tanto di intervento della polizia e gas lacrimogeni. Come se non bastasse, a Roma fu rubato il camion della band con tutta l'attrezzatura, che non fu mai ritrovata. Hammill aveva perso per sempre la sua amata Meurglys II.

consiglio per l'acquisto: un buon disco prog, ma non il migliore del mark II.