VDGG > Godbluff


Charisma, ottobre 1975

side one
"The Undercover Man" – 7:25
"Scorched Earth" (Hammill, David Jackson) – 9:48

side two
"Arrow" – 9:45
"The Sleepwalkers" – 10:31

brani extra del CD:
"Forsaken Gardens" – 7:58
"A Louse Is Not a Home" – 12:47
(registrati dal vivo il 9 agosto 1975 all'Altro Mondo di Rimini)

brani di Peter Hammill
prodotto da VDGG
registrato fra 8 e 29 giugno 1975 ai Rockfield Studios (Galles) da:

Peter Hammill – voce, chitarra elettrica, pianoforte, clavinet
David Jackson– sassofoni, flauto
Hugh Banton - organo, basso
Guy Evans - batteria e percussioni

Dallo scioglimento nell'estate del 1972, i membri dei Van Der Graaf Generator avevano continuato a suonare assieme nei tre dischi solisti di Peter Hammill ed occasionalmente, non tutti assieme, in qualche concerto di Peter. In più Banton, Evans, Jackson e Nic Potter avevano persino registrato un album assieme come The Long Hello.
Nel 1974 la decisione di ritentare l'avventura come band era presa. Nella prima settimana di dicembre entrarono in studio per registrare Nadir's Big Chance di Peter Hammill e dal gennaio 1975 cominciarono a provare in un villaggio del Herefordshire il materiale per nuovi VDGG. A dispetto del contenuto proto-punk del disco di Hammill, il materiale della band era ancora decisamente progressive e romantico, anche se gli arrangiamenti si erano fatti meno impetuosi del complesso maelstrom sonoro di Pawn Hearts (l'album che aveva preceduto lo scioglimento). Peter aveva molto materiale, ottime canzoni, e quando la band fece il primo show, il 9 maggio del 1975 in Galles, l'intera scaletta era composta dei nuovi pezzi che avrebbero riempito i futuri dischi Godbluff e Still Life, più qualche brano "Van Der Graaf" dei dischi solisti di Hammill, come Gog e A Louse Is Not A Home. La formazione era quella classica, con Hugh Banton alle tastiere, Guy Evans alla batteria, David Jackson ai sassofoni, mentre Peter Hammill si presentava sul palco non solo con la chitarra acustica, ma anche con una chitarra Vox Teardrop elettrica, battezzata da lui Meurglys II.
Forse dimentichi della lezione appresa tre anni prima, la band riprese da subito ritmi molto serrati, con un breve tour europeo seguito in giugno dalle registrazioni del nuovo materiale per il disco della reunion. Registrarono i quattro lunghi pezzi che avrebbero riempito le due facciate di Godbluff, più altre due belle canzoni che slittavano al disco successivo.

Anche se Godbluff ha molti fan ed ebbe buone recensioni, mi sembra il meno straordinario della trilogia dei nuovi VDGG. La band era in forma ed ispirata, ma nelle quattro canzoni del disco riscalda i motori per quanto farà sentire nei dischi immediatamente successivi.
Nel primo brano, The Undercover Man, l'"uomo nascosto", il cantante racconta del sé stesso che parla con il riflesso nello specchio:
"qui davanti allo specchio / i soliti problemi, la farsa di sempre
tu mi chiedi, con voce incerta / cosa dovresti fare
come se ci fosse un'alternativa al trascinarsi
mimando la canzone e sperando che tutto vada a posto da solo;
questa notte tutto sembra così strano...
mio costante amico, sempre vicino
tu e l'uomo nascosto..."

Le altre tre canzoni, Scorched Earth (terra bruciata), Arrow (freccia), Sleepwalkers (i sonnambuli - la migliore del pacchetto), si consumano nella metafora, apparentemente in una ambientazione antica. Difficile essere certi di cosa PH parli, anche se conoscendo la delusione amorosa che canterà in Over mi viene naturale pensare che si riferisca ad essa.
"Questa notte, prima di abbandonarti al dolce sonno
metterai in dubbio la tua resa al Salto degli Innamorati
o ti arrenderai all'anestesia dell'oscurità?"

Il 27 luglio la band era già a Londra ed in agosto in tournée in Italia, dove Pawn Hearts era stato in testa alla classifica degli LP più venduti. Il disco nuovo uscì in ottobre e la band non smise di pubblicizzarlo con un nuovo tour europeo che si concluse in dicembre in Italia.
In Italia però questa volta le cose non andarono troppo bene per la band: erano gli anni delle contestazioni ed al grido "la musica è di tutti" ogni concerto era diventato l'occasione di tafferugli con tanto di intervento della polizia e gas lacrimogeni. Come se non bastasse, a Roma fu rubato il camion della band con tutta l'attrezzatura, che non fu mai ritrovata. Hammill aveva perso per sempre la sua amata Meurglys II.

consiglio per l'acquisto: un buon disco prog, ma non il migliore del mark II.

3 commenti:

Simone Cavatorta ha detto...

Eh, io sono uno dei fan di Godbluff, anzi direi che è il mio preferito insieme a Still Life.
Per me questo è l'album della svolta, della definitiva maturità stilistica: ogni orpello residuo è eliminato - a partire dalla copertina, nera e lapidaria - ogni nota cesellata e indispensabile, il sound asciutto ed oscuro, ad accompagnare le splendide metafore sulla condizione umana presenti nelle canzoni.
Anche se i testi di Hammill sono volutamente scritti per aprirsi a diverse interpretazioni, c'è un'intervista rilasciata nel 1976 alla rivista francese ATEM che fa un po' di chiarezza, in particolare questa frase: "I tre album dei VDGG sono caratterizzati dal desiderio di sapere. Il tema dei tre album è quello del peso che tutti noi dobbiamo portare, ovvero quello della vita. Se non si porta questo peso non si vive. La paura non è dunque quella di morire, ma di ridursi a vivere come dei vegetali, come degli oggetti. Ecco allora la ricerca di una coscienza in Sleepwalkers" (i tre album di cui parla Hammill sono Godbluff, Still Life e World Record).
Questa secondo me è la chiave di lettura: la posizione dell'essere umano in un universo inconoscibile (in cui Dio è - o potrebbe essere - solo un'illusione, un bluff), non solo l'universo esteriore, con le sue galassie al cui confronto la vita individuale perde quasi di senso (vedi Childlike Faith), ma anche quello interiore, in cui le pulsioni del subconscio (o dell'uomo nascosto) minacciano l'ordine precario faticosamente raggiunto attraverso la ragione. E quindi l'umanità viene vista come un esercito di sonnambuli, che passa attraverso la vita senza riuscire a prendere veramente coscienza di cosa gli stia realmente accadendo. Anche perchè il tempo concesso all'uomo è troppo breve, come canta Hammill al termine della canzone.
A me Godbluff ricorda il Macbeth... il famoso monologo "Life's but a walking shadow, a poor player, that struts and frets his hour upon the stage, and then is heard no more; it is a tale told by an idiot, full of sound and fury, signifying nothing".
Ecco, Godbluff mi fa venire in mente quel monologo (recitato da Orson Welles)... mamma mia, ragazzi, da brividi!
P.S. Scusate se mi permetto di interpretare Hammill, queste ovviamente sono solo impressioni mie, e magari sono tutte sbagliate, ma mi faceva comunque piacere scriverle.

Blue Bottazzi ha detto...

Grazie. In un sito dedicato a capire PH ed i VDGG ogni commento è prezioso, ed il tuo chiarisce il senso di Godbluff e della trilogia.

Webbatici ha detto...

Undercover man mi fa emozionare anche alla 1000esima volta che lo ascolto, mi piace tantissimo suonarci sopra col basso ricalcando le orme di Banton. Non c'è un momento di stanca in Godbluff, e la grandezza di Scorched Earth è stata rinnovata la scorsa estate quando il trio H-E-B ce l'ha sciorinata a Guastalla così, come se fosse uno scherzo....