PH > The Noise

Fie!, marzo 1993

A Kick to Kill the Kiss (4:12)
Like a Shot, the Entertainer (5:13)
The Noise (6:12)
Celebrity Kissing (4:34)
Where the Mouth Is (5:33)
The Great European Department Store (4:58)
Planet Coventry (4:02)
Primo on the Parapet (8:36)

brani di Peter Hammill

registrato da:
Peter Hammill - voce, chitarra, tastiere
Manny Elias - batteria
Nic Potter - basso
John Ellis - chitarra
David Jackson - sassofono, flauto

La copertina del disco riporta la nota “number one in A Loud series”, a far da contraltare alla nota “number one in BeCalm series” del precedente album Fireships. Ovviamente The Noise (significativamente: il rumore) non è il primo album rumoroso (veloce, new wave) di PH, come Fireships non era certo stato il primo album lento.
Ma evidentemente il progetto di quegli anni voleva essere quello di scindere le due anime del lavoro di Hammill.
The Noise si richiama a lavori dal sapore (e dal suono) new wave come i dischi del K Group o Sitting Targets, ma decisamente più radicale di questi, forse proprio in virtù del fatto di aver pagato il debito verso i brani tranquilli con il precedente Fireships.
La formazione è composta da PH, da John Ellis alla chitarra, la sezione ritmica di Potter e Manny Elias e infine il tocco di David Jackson ai fiati - per cui siamo molto vicini ai territori del K Group ma con un batterista ancora più picchiatore.

L’apertura è in puro stile rock & roll, con A Kick To Kill The Kiss, che introduce i temi di satira sociale dei testi dell’album.
Like A Shot The Entertainer è un bel pezzo molto orecchiabile che potrebbe tranquillamente essere trasmetto in radio o entrare in classifica, magari sotto forma di cover di un artista meno radicale di Hammill.
Ma The Noise non è né un disco orecchiabile né un disco facile, e la cosa è messa in chiaro dal brano omonimo, sei minuti di ritmico muro sonoro.

“Ho amato il rumore
respiro elettrico
il rumore ha riempito il vuoto
ha ruggito nel vuoto

Ho amato il rumore
ho amato l’afa
pum-pulsare quel battito primario”

Celebrity Kissing è rock & roll, Where The Mouth Is è hard rock e The Great European Department Store è art rock.

Planet Coventry è una lama fredda ed affilata.

“Fuori servizio, fuori dalla portata,
non si può misurare nessuna reazione
solo il silenzio della prima fila
silenzio e tu sei nudo sul palco…
sveglia!
Ti svegli e sei nudo sul palco”

Primo On The Parapet chiude l’album con uno di quei capolavori assoluti, di quelle gemme di musica e poesia a cui PH ci ha abituati. Un lungo brano ipnotico giocato su una dissonante chitarra spagnola che rende omaggio allo scrittore ebreo Primo Levi ed al suo lavoro di memoria storica di Se questo è un uomo. Il titolo allude al suicidio di Levi che volò dal parapetto della tromba delle scale di casa sua.

“Quattro cavalieri guidano la carrozza della casa dell’Olocausto
e con che senso della Storia vediamo il nostro nuovo mondo?
Impariamo a dimenticare?
Un brindisi a Primo
perdona ma non dimenticare.
Un’ultima parola di cautela
dal bordo del parapetto
un’ultima parola per ricordare
che dobbiamo imparare a non dimenticare”

Un pezzo che sarà ricorrente nei concerti di Hammill.

brani inseriti nel live show: Primo On The Parapet, Planet Coventry, A Kick To Kill The Kiss, Like A Shot The Entertainer

consiglio per l'acquisto: un album riuscito, con brani ricorrenti nei concerti e soprattutto con Primo On The Parapet, ma non un lavoro facile. Un acquisto consigliato per chi già conosce ed apprezza Hammill.

rating del recensore: ★★★★

PH > In The Passionkirche Berlin 92


registrato live 11 aprile 1992 a Berlino, edito 2009 Voiceprint

My Room (8:06)
Curtains (6:16)
Usher's Suite (19:15)
I Will Find You (3:97)
(Something About) Ysabel Dance (6:38)
Given Time (4:49)
Patient (8:17)
The Future Now (3:51)
A Way Out (7:57)
Traintime (5:32)
Modern (7:01)

tutte le canzoni di Peter Hammill; i testi di Usher's Suite sono di Judge Smith

Racconta Peter Hammill che mai suona due concerti nello stesso modo: sia per quanto riguarda la scaletta, che è decisa solo un paio di ore prima, che per quanto riguarda l'interpretazione, dipendendo entrambe dall'umore della serata.
Live In Passionkirche, Berlin MCMXCII sembra testimoniare queste parole. Si tratta infatti di uno show solista del tour di Fireships del 1992 già rappresentata da Typical Solo Performances, doppio CD che raccoglie una selezione rappresentativa di brani registrati in quella tournée.
Il concerto di Passionkirche fu registrato per un film, stampato su VHS prima e DVD poi, e questo doppio CD ne costituisce la colonna sonora. Si tratta dunque di una delle serate testimoniate da Typical (ma nessuna delle canzoni di Berlino era stata scelta per quel disco), ma se non fosse scritto in modo esplicito sulla copertina si stenterebbe a crederlo.

La serata di Berlino infatti trova un Hammill particolarmente duro e spigoloso, più portato all'urlo che alla dolcezza, un Hammill che maltratta più del solito le corde della chitarra e che martella i tasti del pianoforte.
I brani della scaletta sono undici (il disco dura considerevolmente meno di Typical - che infatti è in realtà più lungo di un tipico concerto di PH), di cui nove in comune con l'altro disco.
L'apertura è sempre lasciata alla bella My Room dal repertorio dei VDGG di Still Life, a cui seguono Curtains e I Will Find You da Fireships, in versioni particolarmente secche e crude. Ma fra le due canzoni, una sorpresa: i diciannove minuti di Usher's Suite, una rara interpretazione live di The Fall Of The House Of Husher, interamente per voce e piano del solo Peter. Oltre ad essere particolarmente rara come occasione, è anche attualmente l'unica possibilità attuale di ascoltare la piece, dato che i due dischi su cui è rappresentata sono entrambi fuori catalogo. Purtroppo l'ascolto è complicato dall'assenza dei testi, che renderebbero più semplice seguire una vicenda teatrale come quella ispirata al racconto di Edgar Allan Poe.

Il furore della serata è esaltato dalla chitarra che Hammill imbraccia per (Something About) Ysabel Dance - l'altro pezzo "diverso" di Passionkirche - in una versione particolarmente dura, come la successiva Given Time, e solo con Patient il furore di Hammill sembra trovare una via di sfogo.
Il clima si fa epico nel finale, tornato al pianoforte per versioni appassionate di The Future Now (una volta definita da Hammill un blast) e Traintime, molto intensa.

Il bis della serata è alla chitarra con Modern, con una straziante e straziata chitarra.

Della scaletta dello show di quel 11 aprile 1992 sono state tagliate per qualche motivo Just Good Friends, Stranger Still e, purtoppo, il bis di Refugee.


consiglio per l'acquisto: il complemento allo splendido Typical, con la chicca di Usher's Suite.

rating del recensore: ★★★★

i brani del live show

PH > Typical

registrato dal vivo nel 1992, edito Fie! 1999

My Room (7:30)
Curtains (6:06)
Just Good Friends (4:55)
Too Many Of My Yesterdays (4:23)
Vision (4:32)
Time To Burn (5:08)
The Comet, The Course, The Tail (9:12)
I Will Find You (3:55)
Ophelia (4:14)
Given Time (4:46)
Modern (9:30)
Time For A Change (4:14)
Patient (8:43)
Stranger Still (5:51)
Our Oyster (5:46)
Shell (4:44)
A Way Out (9:06)
Traintime (6:10)

encore:
The Future Now (4:03)

ghost tracks
Afterwards (6:00)
Darkness (11/11) (5:13)
Central Hotel (6:12)

Peter Hammill: voce, pianorte, chitarra

Peter Hammill racconta di aver suonato dal vivo solo sul palco sin dall’inizio della sua carriera. Ha diviso il palco con i VDGG, con il K Group, il duo, il trio, il quartet, ma lo show più tipico e ricorrente è stato probabilmente quello che lo vede intrattenere da solo il pubblico armato solo di un microfono, una chitarra e un pianorte.
Typical Solo Performances contiene un tipico show solo di diciannove (o più?) pezzi selezionati fra quelli della tournée europea di Fireships, nel 1992: Austria, Germania, Olanda e Italia.
Nel libretto che accompagna il doppio CD racconta dei criteri con cui sceglie la scaletta dei brani, non prima di un’ora dall’inizio dello show, da quello con cui rompere il ghiaccio ed entrare nell’atmosfera fino alla scelta del bis finale.
Typical non è solo un tipico show solista ma è anche uno straordinario show che viaggia su livelli di perfezione. Ottimamente registrato, con un suono caldo e coinvolgente e con una voce assolutamente presente.

“È evidente che non stiamo assistendo ad un concerto rock. I tasti del pianoforte sono martellati come ad un concerto di musica classica e la voce si modula, si alza e si abbassa, sperimenta toni arditi, riempie con la propria potenza di magnifico strumento tutto la spazio del teatro, mentre il pubblico respira piano. Sperimenta Peter Hammill con il canto, ma non è una sperimentazione musicale fine a sé stessa quanto la ricerca di esprimere le emozioni e i sentimenti dei suoi testi quasi dovessero prendere vita ed esibirsi da sé. Nonostante la complessità oggettiva delle canzoni e del cantato, non c'è ombra di freddezza nella musica di Hammill, anzi, da subito siamo aggrediti dalla marea delle emozioni, dalla forza delle canzoni e dei loro temi, l'amore il dolore la vita la morte…”

Lo show si apre con My Room, splendido scampolo dei Van Der Graaf Generator di Still Life, un brano che ha aperto così spesso il suo show da sentirlo più parte del repertorio solista che della band.
“i miei polmoni scoppiano in un grido
come hai potuto lasciarmi qui a morire
mi congelo nel ghiaccio di questo posto
come hai potuto lasciare che accadesse?
sogni, speranza, promesse, frammenti fuori dal tempo
tutte queste cose sono state dette
eppure tu ancora non capisci come io mi senta
nell'attesa che vengano infrante"

Curtains viene dal recente (ai tempi della registrazione) Fireships, che sembra guadagnare dal trattamento per solo pianoforte.

Just Good Friends è il classicissimo di Patience:
“ogni volta che siamo così vicini
io do per scontato che sarà l’ultima volta
per quanto potremo ancora fingere
di essere solo buoni amici?
Ti ho dedicato la mia devozione
non ho assi nella manica
se uscissi in silenzio dalla tua vita
te ne accorgeresti?”

Too Many Of My Yesterdays è un bel brano da And Close As This, un disco in studio che già proponeva un PH solista.
“Tanti anni fa io pensavo che tu fossi l'unica
chi sa quando le persone cambiano, si arrendono a diventare estranee
se ne vanno alla deriva sulla loro vita, circondate dal passato
chi sa quale è l’ultimo addio
Non provare a dirmi che niente muore
non provare a dirmi che niente è cambiato
non cercare di dirmi che niente è nuovo
troppi dei miei ieri appartengono a te”

Vision è un evergreen che viene dal passato, il lontano 1971, l’epoca della prima band e di Fool’s Mate, a dimostrare che per quanto possano modificarsi mode ed arrangiamenti il cuore delle poetiche composizioni di Hammill è sempre assolutamente attuale.
“ho una visione di te chiusa nella mia testa
si insinua nella mia mente e mi riscalda nel letto
la visione di una visione
che mi protegge dalle paure della notte
e mentre la stagione va avanti il mio amore resta forte
non so dove finisci tu e dove inizio io
devo solo aprire la mia mente ed i ricordi ci si riversano
sii mia figlia, sii la mia amante
ingoiami nel tuo bagliore
prendi la mia lingua prendi il mio tormento
prendi la mia mano e non lasciarmi andare”

Time to Burn è una bella canzone di In A Foreign Town nuda di ogni orpello di arrangiamento.

Per The Comet, The Course, The Tail Hammill si sposta alla chitarra elettrica, per riprendere un epico tema dei VDGG finito nel capolavoro progressive di In Camera.

I Will Find You è di nuovo un pezzo nuovo orecchiabile da Fireships, bello anche nella versione spoglia per chitarra.
“Noi siamo scritti in un cielo attraversato dalle stelle
la musica dello spirito ricorda di te…
puoi correre o nasconderti, ma sicuramente
ti cercherò, ti inseguirò, ti troverò”

Ophelia è una classica canzone d’amore da Sitting Targets (e Love Songs).
Given Time (Fireships) porta qualche dissonanza fra le sei corde.
Modern è una splendida melodia ipnotica da The Silent Corner and the Empty Stage, che da modo ad Hammill di esibire la teatralità della propria voce.

Time For A Change è un pezzo di Judge Smith che Hammill ha interpretato in pH7. Una melodia romantica che non riesco mai ad ascoltare senza avere i brividi.
“Tempo di cambiare
mi sentivo male, le cose si erano fatte strane
casa, la casa è vicina
sì, è il momento per un cambiamento…”

Patient (da Patience) è uno dei brani più significativi di Hammill, ed anche emozionanti quando canta il coro:
“Waiting For The Doctor To Come!”
sottolineandolo con la durezza degli accordi sulla chitarra.

Un momento di pathos così intenso ha bisogno di essere spezzato dal ritorno al pianoforte per un brano romantico come Stranger Still ancora da Sitting Targets:
“Ancora straniero in un’altra città
com’è normale sedersi fuori dalla danza
mangiando buon cibo da solo
brindando con il bicchiere vuoto
e stanno già preparando la prossima tappa
già dimenticando l’ultima
No, niente potrebbe essere meno strano di così
nell’entropia
non c’è nessun cambiamento”

Our Oyster è da Out Of Water:
“Questo è un autentico figlio di una pistola
una colonna sonora dalla Cina nel linguaggio universale
nel linguaggio universale alcune cose non devono essere tradotte
c’è un solo linguaggio
che l’intero mondo comprende
c’è un solo messaggio
quando scende il buio
stanno suonando world music
in piazza a Tiananmen
il fischio dei proiettili”

Si va verso il finale con l’eleganza di Shell dal sottovalutato Skin:
“Gira una carta, volta una pagina
l’azione partirà di certo
una reazione a pensieri illogici sulle linee del caso
in un sogno di Borges ci muoviamo verso la scrittura delle vite”

A Way Out ancora dal recente Out Of Water, una canzone d’amore dai toni drammatici:
“Slogato, fuori dalla verità
fuori dall’amore, fuori dalla tristezza
fuori servizio, fuori orbita, fuori controllo
fuori contatto, fuori linea
fuori sincrono e fuori tempo
finita la benzina e le gomme
fuori strada...
…vorrei aver detto “ti amo”

L’ultimo brano dello show è Traintime (da Patience)
“Lungo i binari i cavi ronzano
in scoppi di codice come tamburi lontani
portando il messaggio
più in la lungo la linea qualcuno sta urlando
mentre il tempo passa”

Il bis è The Future Now, ancora per pianoforte. Racconta PH che non considera il bis come parte della scaletta per cui può essere qualsiasi cosa: un brano raro, un brano calmo, un pezzo esplosivo. Questa sera è esplosivo.
“Voglio il futuro adesso
voglio stringerlo nelle mie mani
tutti gli uomini uguali e liberi
voglio la terra promessa”

Se non si toglie il disco e si aspetta abbastanza a lungo si è premiati da addirittura tre ghost track, un secondo, terzo e quarto bis: rare versioni di Afterwards e Darkness 11/11 (dal repertorio dei VDGG: The Least We Can Do… e addirittura The Aerosol Grey Machine) e Central Hotel (Sitting Targets).


Se c’è un segreto dell’arte di Peter Hammill questo è svelato in Typical.
Se dovessi possedere un solo disco di PH questo sarebbe Typical.
Però credo che sia più bello ancora ascoltare di queste splendide canzoni nella loro nuda anima quando già ci sono note nel loro abito da disco in studio.


consiglio per l'acquisto: un disco perfetto che mette a fuoco l’essenza dell’arte di Hammill.

rating del recensore: ★★★★★ (capolavoro)


PH > Fireships

Golden Hind, Rough Trade 1992 / Fie!

I Will Find You
Curtains
His Best Girl
Oasis
Incomplete Surrender
Fireships
Given Time
Reprise (di Hammill eDavid Lord)
Gaia

brani di Peter Hammill

Prodotto da PH e David Lord
Registrato fra novembre 1990 e agosto 1991 da:

Peter Hammill : voce, chitarra, tastiere
David Lord : tastiere
David Jackson : sassofono, flauto
Nic Potter : basso
Stuart Gordon : violino
John Ellis : chitarra


Non esiste un album definitivo di Peter Hammill, né un disco che possa definirsi completo o esaustivo. Non c’è una scorciatoia: PH è uno sperimentatore e i suoi gioielli sono sparsi fra tutti i lavori. Però esistono album più rifiniti e meglio prodotti, e Fireships è sicuramente uno di quelli.
Fireships ha un produttore (David Lord), fatto inusuale per un musicista artigianale come Hammill, che è abituato a lavorare nello studio casalingo (il Sofa Sound) e poi rifinire il lavoro con i collaboratori fidati di lungo tempo.
Per molti versi Fireships vuole essere un ricapitolazione importante nella carriera di Hammill. È il primo disco a uscire per la sua etichetta discografica, la neonata Fie! (dalla lettera ph dell’alfabeto greco), gode di un arrangiamento orchestrale e particolarmente accurato. Ha una copertina curata al posto della solita fotografia in bianco e nero. Dalle note di copertina è anche il primo disco di una nascente serie BeCalm, mentre il successivo lavoro sarà il primo della serie A Loud. In realtà Peter dalla la trilogia progressive ha sempre alternato ballate lente per pianoforte o chitarra acustica a pezzi rock ispirati alla new wave, a volte assieme nello stesso disco, a volte in dischi più lenti (The Love Songs, And Close As This) o più vivaci (Enter K, Sitting Targets, Skin). Il proposito di scindere ufficialmente le due anime durerà poco: a parte un paio di antologie della Virgin, non si sentirà più parlare di Calm e Loud, anche se la discografia degli anni a venire sarà in generale più calm che loud.

Forse proprio in virtù della ricchezza degli arrangiamenti Fireships è un disco fruibile, anche se può definirsi tutto tranne che commerciale. È in realtà straordinario che un disco così lento da risultare talora quasi immobile o stupefatto (His Best Girl o Given Time) riesca a risultare orecchiabile.

I Will Find You è in effetti un lento art rock orecchiabile vagamente alla Roxy Music, che potrebbe passare in radio e che sarà ricorrente nel live show:

“Noi siamo scritti in un cielo attraversato dalle stelle
la musica dello spirito ricorda di te…
puoi correre o nasconderti, ma sicuramente
ti cercherò, ti inseguirò, ti troverò”

Un altro brano ricorrente nei concerti è Curtains, il sipario che si chiude su una storia d’amore che finisce, un brano lento e cupo come un pesante tendaggio:

“Tommy si alzò quella mattina con le rocce nella testa
e Silvia era scioccata
la storia che avevano finto
era congelata sulle loro labbra…
…per Silvia e Tommy non c’era più nulla da provare
hanno corso per anni
per trovare un tipo di vita
che offrisse un’eccitazione”

His Best Girl è un brano di cinque minuti addirittura immobile nel suo gelido incedere elettronico, mentre le parole cantano di una bella e algida ragazza immagine:

“Nella GTi Cabriolet verso la villa nel sud della Francia per le vacanze
tieni giù la testa bambina, tieni i tuoi riccioli d’oro
tu sarai sempre la sua ragazza preferita”

Oasis procede sinuoso su un ritmo elettronico con echi orientali che evocano odalische velate:

“Di fianco alla piscina di acqua limpida
alimentata da una sorgente segreta
le tue labbra sono sigillate ma nel linguaggio del tuo corpo
gli angeli cantano...
…dimmi il tuo nome segreto
oasi in un mondo deserto”

Fireships è un pezzo sinfonico, che evoca flotte di navi in guerra, fiammeggianti, l’Armada delle anime, l’Armada della luce.

“C’è una cortina di fumo all’orizzonte
navi di fuoco che salpano stanotte
È l’armata delle anime, la flottiglia da Dio sa dove…
…noi crediamo di essere a prova di fuoco
non pensiamo mai di poter essere bruciati”

Given Time, il tempo assegnato, è un pezzo lento introspettivo sulla morte e la realizzazione, che Peter ama abbastanza da cantare spesso nei suoi concerti:
“Noi facciamo la vita che conduciamo”

Sembrerebbe un album straordinario, ma il brano che lo chiude è di una tale bellezza da mettere quasi in ombra tutta la musica che lo ha preceduto, un pezzo orchestrale allo zenith della pur splendida produzione di Hammill.

È Gaia, un brano sinfonico sul mondo che vive, e sulla connessione di tutte gli avvenimento, dal battito d’ali di una farfalla ad un ciclone

“Piangi quelle lacrime e poi asciugati gli occhi stanchi
ogni sospiro che prendi ti tiene viva
siamo farfalle
immobili in volo sotto un cielo stellato
ma i fantasmi volano avanti e avanti
nel senso che tutti noi apparteniamo
Oh, Gaia

e la somma di tutte le parti
è il cuore che perdona tutto
di Gaia”

Un brano che non riesco ad ascoltare senza provare ogni volta i brividi.


brani inseriti nel live show: I Will Find You, Curtains, Given Time

consiglio per l'acquisto: uno degli album più belli e rifiniti di PH. Anche un buon punto di ingresso alla sua musica.

rating del recensore: ★★★★½