VDGG > A Grounding In Numbers


Esoteric Recordings, marzo 2011


Your Time Starts Now
Mathematics
Highly Strung
Red Baron
Bunsho
Snake Oil
Splink
Embarassing Kid
Medusa
Mr. Sands
Smoke
5533
All Over The Place

brani di Banton, Evans, Hammill
prodotto da Peter Hammill
registrato dal 3 al 9 aprile 2010 ai Propagation House Studios nel Devon e a Terra Incognita da:

Hugh Banton: organo e basso, harpsicord, piano, glockenspiel, basso a 10 corde
Guy Evans: batteria e percussioni; chitarra su (12)
Peter Hammill: voce, piano, chitarre, basso ashbory su (7)

Uno dei dischi più pensati, arrangiati, complessi dei VDGG dai tempi di Pawn Hearts. Evidentemente la voglia di farcela senza il sassofono di David Jackson è tanta. A Grounding In Numbers dura quasi un’ora, ma è un concentrato di idee, un liofilizzato che cresce nel tempo. Un lungo fluire di musica lungo tredici episodi legati l’uno all’altro da un filo logico e coerente, quasi a creare una unica composizione. Un complicato nodo gordiano che si srotola lentamente e faticosamente ascolto dopo ascolto alle orecchie dell’ascoltatore attento e paziente (e aggiungerei anche un po’ colto). Venuta meno l’altra personalità dominante della band (quella di Jackson, appunto), resta Hammill a farla da padrone in quello che potrebbe apparire un disco solista rivestito però dei preziosi arrangiamenti che nella povertà francescana dei suoi dischi mancano (recentemente) quasi del tutto. Le idee, gli spunti, le musiche sono molti/e; quello che però manca con evidenza è il lirismo liberatorio di Jackson, il suo sax che con le sue note emozionanti riusciva a limare gli angoli spigolosi della sperimentazione della musica del generatore, l’improvvisazione e il guizzo libero degli strumenti che sul disco pare bandito. Non a caso la geometria non convenzionale della voce di Hammill e gli arrangiamenti basati largamente sulle tastiere portano talora alla mente i momenti migliori di un’altra raffinata band dell’era progressive, i Gentle Giant. Il disco inizia dalla fine, da una Your Time Starts Now che ha tutte le caratteristiche del brano lento di chiusura; e si sviluppa ora fra echi progressive (Highly Strung, Mr. Sands, Bunsho), ora ritmi funky (Smoke, 5533), ora temi sci-fi (Medusa, Splink) ed esercizi della fantasia (Mathematics), legando l’ascoltatore ad un disco comunque splendido per chi ha la voglia di ascoltarlo, un disco che ricambia lo sforzo non consumandosi neppure dopo mille ascolti. Ma forse con il rimpianto che Jaxon avrebbe saputo aggiungere più di un tocco d’anima e di umanità.

brani inseriti nel live show:

consiglio per l’acquisto: non per nuovi alla band. Un concentrato dei VDGG in formato trio.

rating del recensore: ★★★