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Foundry 1986 / Virgin / Charisma

Skin
After the Show
Painting by Numbers
Shell
All Said and Done
A Perfect Date
Four Pails" (di Chris Judge Smith e Max Hutchinson)
Now Lover

brani di Peter Hammill

registrato al Sofa Sound e The Wood Hall da:

Peter Hammill
con
Guy Evans - batteria e percussioni
David Jackson - sassofoni
David Coulter - didjeridu
Stuart Gordon - violino
Hugh Banton - cello
David Luckhurst - alternative vox
Paul Ridout - midi

Peter Hammill non ha registrato solo dischi perfetti, e questo è in un certo modo un sollievo sulla sua umanità e la sua capacità di sperimentare e sbagliare.
La parte meno godibile di Skin non è costituita tanto dalle canzoni (in ogni caso meno ispirate del solito) ma dal suono tipicamente anni ottanta per la presenza di ritmi elettronici e di un sintetizzatore Yamaha DX7 nuovo fiammante.
Degli otto pezzi uno solo spicca, ed è un pesce fuor d’acqua nell’arrangiamento generale: After The Show, una ballata sostenuta da un organo liquido e dal sax di David Jackson, dove Hammill si interroga su cosa faccia l’attore dopo la commedia:
“Ha messo assieme qualche soldo
questo può farti piacere saperlo…
berrà qualche cosa al caffè all’angolo
dopo lo spettacolo
È stato così tante persone
le indossa come vesti avvelenate
sta ancora recitando il soliloquio di Amleto
vicino al suo petto.
Dove vanno gli attori dopo lo spettacolo?”

Che ci sia qualche cosa di autobiografico in questi versi?

Painting By Numbers è stampato anche come singolo, l’ultimo di Peter, e di poco successo al pari di quelli che lo precedettero.
All Said and Done è un brano interessante, e lo sarebbe di più in un arrangiamento più riuscito.

Four Pails è un pezzo di Chris Judge Smith (membro dei primissimo VDGG):
“Quattro secchi d’acqua e un pizzico di sale
questo è tutto ciò che siamo
tutto ciò di cui è fatto l’uomo
chimica senza spirito, anima, fantasmi.
Nessuna fede può nascondere la verità di cui abbiamo più paura”

L’album si chiude con Now Lover, un bel regalo nel posto - forse - sbagliato: un lungo ambizioso pezzo di dieci minuti in stile Van Der Graaf Generator, con tanto di sax di David Jackson, il cui ermetico fascino si manifesta dopo diversi ascolti.

In realtà c'è una ghost track, You Hit Me Where I Live, un pezzo vivace in origine il retro del 45 giri di Painting By Numbers.


brani inseriti nel live show: Four Pails - Skin - After The Show - Shell

consiglio per l'acquisto: un disco dal suono un po' datato ma con molti momenti significativi.

rating del recensore: ★★★½

3 commenti:

fanis ha detto...

Uno dei dischi che si cerca dove suona Jackson per trovare le migliori canzoni. Voglio solo aggiungere che questa "Four Pails" vale molto di piu' nelle versioni vive-e non e' la sola
Buona Pasqua
Makis

Simone Cavatorta ha detto...

Sicuramente un album "minore", ma nella discografia di Hammill dischi veramente brutti direi che non ce ne sono... questo ha un suono un po' datato, ma ci sono perle come Now Lover, Four Pails e After the Show.
Dicevo che nella discografia di Hammill non ci sono album brutti: la prova è In A Foreign Town, che molti considerano il suo disco peggiore: io l'ho comprato senza aspettarmi granchè, e invece anche lì - pur registrati con un suono molto freddo e datato - ci sono autentici capolavori, come The Play's The Thing e Time To Burn.

Blue Bottazzi ha detto...

PH è un artista e osa sperimentare. Come Leonardo sperimentava sulla tecnica dei colori con il rischio di mandare perduti capolavori, così PH sperimenta con le tecniche e gli arrangiamenti.
Anche se il midi è forse talvolta stato un espediente obbligato dalla necessità di mantenere bassi i costi di produzione.