VDGG > The Least We Can Do Is Wave To Each Other


Charisma Records, febbraio 1970

side one
Darkness (11/11) – 7:28
Refugees – 6:23
White Hammer – 8:15

side two
Whatever would Robert have said? – 6:07
Out of my Book (Hammill, David Jackson) – 4:08
After the Flood – 11:29

brani aggiunti su CD:
Boat of Millions of Years – 3:50
Refugees – 5:24
(lati A e B di un singolo dell'aprile 1970)

(autore Peter Hammill)

Prodotto da John Anthony
Registrato ai Trident Studios di Londra da:

Peter Hammill – voce, chitarra acustica; piano in "Refugees"
Hugh Banton – organo, piano e cori
Nic Potter – basso e chitarra elettrica
Guy Evans – batteria e percussioni
David Jackson – sax tenore e alto, flauto e cori

Risolto il contratto di PH per la Mercury, i VDGG sono liberi di firmare per la neonata Charisma Records di Tony Stratton Smith. Entrano in sala d’incisione ai Trident Studios nel dicembre 1969 per registrare in quattro giorni il loro primo vero LP, utilizzando gran parte del materiale che avevano usato fino a quel momento nel live show. Si tratta di progressive sinfonico, con arrangiamenti complicati e influenzati dalla musica classica e dal jazz: un affascinante guazzabuglio che comprende almeno un paio di tracce che sarebbero rimaste nel repertorio della band per gli anni a venire: Darkness 11/11 (il numero si riferisce alla data del 11 novembre, data in cui PH scrisse il pezzo) e Refugees. Inoltre White Hammer.La nuova formazione a cinque comprende Nic Potter al basso al posto di Keith Ellis che ha lasciato e il talentuoso David Jackson al sax: un musicista di sicura presa nel live show anche per la caratteristica di suonare due sax alla volta. Jackson proviene da una band in cui era confluito Judge Smith, attraverso il quale era entrato in contatto con i VDGG. Costituirà a lungo la personalità dominante della band in equilibrio precario con quella di Peter.
Il titolo dell'album significa "il meno che possiamo fare è salutarci l'un l'altro" ed è tratto da un verso del pittore inglese John Minton. L'album gode di un certo successo di critica ma di vendite modeste. PH racconta che all'epoca durante i loro concerti metà del pubblico lasciava la sala prima del termine, ma chi restava diventava un fan.

la (orribile) copertina americana

consiglio per l'acquisto: per fans dei VDGG. I brani migliori possono comunque essere ascoltati sui successivi dischi live.

rating del recensore: ★★★

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