PH > Thin Air


Fie! giugno 2009

The Mercy
Your Face On The Street
Stumbled
Wrong Way Round
Ghost Of Planes
If We Must Part Like This
Undone
Dimished
The Top Of The World Club

tutti i brani di Peter Hammill
registrato dall’agosto 2008 al marzo 2009 a Terra Incognita, Wilts, da
Peter Hammill

Thin Air può essere considerato il terzo capitolo di una trilogia dalla sintassi sperimentale che comprende Incoherence che trattava dell'inefficacia del linguaggio e Singularity che rifletteva sulla vecchiaia e la morte. Thin Air, "aria sottile", riguarda la scomparsa, il cambiamento, la perdita: il dissolversi.
Dei tre episodi questo potrebbe essere considerato il più accessibile non tanto per una sua orecchiabilità (che non abbonda) quanto per la cura della registrazione e per l’aria patinata che gli donano strumenti che viaggiano dalle parti dell’elettronica (sintetizzatori, tastiere e filtri per le chitarre e le voci). Nella tradizione hammilliana della coerenza fra il testo e la musica, i suoni tendono ad evocare la purezza, la leggerezza e l’inconsistenza dell’aria sottile, l’aria di alta quota. Si dice che l’idea del disco sia nata in Hammill anni prima in una visita alla cima delle torri gemelle del World Trade Center (il top of the world club, suppongo), ed ovviamente successivamente evocata dalla tragedia delle stesse. Non a caso uno dei brani che sembrano richiamare l’11 settembre si intitola Ghost Of Planes. Non solo di questo si canta in Thin Air, ma anche di altre scomparse, come quella della ragazza sul chi l’ha visto dei manifesti o della bottiglia del latte di Your Face On The Street, o la fuga di If We Must Part Like This, o l’addio al mondo di The Mercy. Dal punto di vista musicale Thin Air è meno che minimalista: dei nove pezzi, giusto uno, Undone, si potrebbe definire una canzone (che infatti ha trovato il suo posto fra i brani del live show di Hammill). Per il resto si vaga fra echi, suoni, dissonanze, voci e cori filtrati ed il eco. Da questo punto di vista il brano perfetto è il conclusivo The Top Of The World Club, che nell’arco di nove minuti riesce ad evocare emozione e lirismo in un cantato che si fa corale. Anche la gelida The Mercy in apertura si può dire ben riuscita.


brani inseriti nel live show: Undone

consiglio per l’acquisto:

rating del recensore: ★★★½

VDGG > Live At The Paradiso


Voiceprint, giugno 2009 (registrato in concerto il 14 aprile 2007)

Lemmings
A Place To Survive
Lifetime
(In The) Black Room
Every Blood Emperor
All That Before
Gog

Meurglys III, The Songwriter's Guild
The Sleepwalkers
Man-Erg
Scorched Earth

registrato il 14 aprile 2007 al The Paradiso Club di Amsterdam da:

Hugh Banton: organo
Guy Evans: batteria
Peter Hammill: voce, chitarra, piano

Dopo essere rimasti orfani di David Jackson, prima ancora di chiudersi in studio a registrare come trio l'album che avrebbe preso il titolo di Trisector, i VDGG si impegnarono a scegliere materiale da riarrangiare senza sassofono, ed intrapresero un tour per testare la nuova formazione e i nuovi numeri. Il concerto di mezzo aprile ad Amsterdam al delizioso club The Paradiso era cronologicamente il decimo degli show. I tre si sentivano pronti per registrare il concerto per un film ed un relativo CD musicale, che sarebbero stati pubblicati solo un paio d'anni più tardi da Voiceprint.
Nonostante la defezione importante, la band era con tutta evidenza in piena forma e non mancava d'entusiasmo, ed il concerto fu splendido. Il suono non appare affatto monco o meno completo, e gli arrangiamenti non fanno pesare la mancanza delle parti di sax.
La scelta dei brani non è dissimile da quella dello show del 2005 registrato per Real Time. Ancora i classici lontani sono rappresentati da Lemmings (con una gran partecipazione, ovviamente, dell'organo di Banton), Man-Erg e In The Black Room, oltre all'altra canzone 'mancata' dei VDGG, Gog, pubblicata a suo tempo su In Camera di Peter Hammill.
Il periodo di mezzo è rappresentato di nuovo da The Sleepwalkers e Scorched Earth, più Meurglys III e A Place To Survive da World Record.
Fra le nuove, Every Blood Emperor viene da Present, mentre le nuove Lifetime e All That Before sarebbero state inserite in Trisector.
Un concerto perfetto.

consiglio per l’acquisto: un'altra grande testimonianza dei VDGG in concerto, questa volta nel formato a tre.

rating del recensore: ★★★★★

VDGG > Trisector


Virgin, marzo 2008

The Hurlyburly
Interference Patterns
The Final Reel
Lifetime
Drop Dead
Only In A Whisper
All That Before
Over The Hill
(We Are) Not Here

brani di Banton, Evans, Hammill
registrato dal 2 al 13 luglio 2007 al gaia Center, Delabole, Kernow da:

Hugh Banton: organo, basso
Guy Evans: batteria, percussioni
Peter Hammill: voce, chitarre, piano

Nel bel mezzo dei fasti della reunion della band, con un ottimo disco e un grande live show, cade come un fulmine a ciel sereno la notizia dell'abbandono del sassofonista David Jackson (o più probabilmente del suo licenziamento). Non c'è mai stata una comunicazione ufficiale dei motivi della separazione, ma è probabile che siano legati alla scarsa disponibilità di Jackson verso un impegno a tempo pieno con il gruppo. Per evitare che la cosa rappresentasse un pericolo per l'integrità dei VDGG "mark III", Hammill preferì lasciare Jackson del tutto fuori dal progetto. Una decisione di carattere, ma non facile, perché non solo Jaxon è un sassofonista di grande fascino, ma il suo contributo al sound della band è determinante quanto la voce di Peter, e spesso l'intervento delle note emozionanti del sassofono costituiscono un gancio per l'attenzione dello spettatore nel sound spigoloso e difficile della band.
Comunque i tre membri superstiti si impegnarono per riscrivere gli arrangiamenti dei pezzi in modo da poter fare a meno del sax, e si misero on the road per testare il nuovo sound (testimoniato dal Live at the Paradiso, registrato in aprile ma edito solo un anno dopo).
In luglio entrarono in studio con un materiale scritto per un trio, in cui la gran parte fu affidata alle tastiere, piano ed organo. Anche se i brani sono tipicamente alla Hammill, appare la firma dei tre membri, a testimoniare lo sforzo collettivo degli arrangiamenti e forse anche a ricompensare i musicisti fedeli. Il suono è ancora brillante, ma la mancanza del sax si avverte, e spesso si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad uno dei recenti dischi solisti di Hammill più che al nuovo album dei Van Der Graaf Generator. Bello lo strumentale che introduce il disco, The Hurlyburly, e belli spunti sparsi ovunque fra le canzoni. Un disco elegante. Abbastanza per soddisfare la sete di musica della grande band inglese. Non abbastanza per gli appetiti della Virgin Records che, dopo aver riesumato l'etichetta Charisma per ristampare il catalogo di VDGG e PH, scioglierà il contratto al gruppo.

brani inseriti nel live show: All That Before

consiglio per l’acquisto: un buon album per completare la collezione dei VDGG

rating del recensore: ★★★½

VDGG > Real Time


Fie!, marzo 2007 (registrato in concerto il 6 maggio 2005)

The Undercover Man
Scorched Earth
Refugees
Every Blood Emperor
Lemmings
(In The) Black Room
Nutter Alert
Darkness

Masks
Childlike Faith In Childhood's End
The Sleepwalkers
Man-erg
Killer
Wondering

registrato il 6 maggio 2005 alla Royal Festival Hall di Londra da:

Hugh Banton: organo
Guy Evans: batteria
Peter Hammill: voce, chitarra, piano
David Jackson: sassofoni, flauto

Registrato il disco della reunion (Present) in una settimana di febbraio, stampato il disco ad aprile, il 6 maggio la band torna in concerto per il primo show completo da decenni, con un repertorio classico ed alcuni brani nuovi. Molto coraggiosamente questo "primo concerto" viene registrato e dato alle stampe (sia pure con due anni di ritardo).
Anche se esistono testimonianze discografiche precedenti dei concerto dei VDGG, nessuna ha neppure lontanamente la qualità tecnica di questo Real Time, che rappresenta perciò a buon titolo il disco ufficiale della band dal vivo. Registrato splendidamente e con piena energia, racconta bene del fascino del quartetto. Dalla seconda fase della band arrivano quasi tutto Godbluff oltre a Childlike da Still Life e a Masks e Wondering da World Record. Dagli anni ruggenti all'alba dei settanta giungono Refugees e Darkness, Killer, Lemmings e Man-Erg (i brani più amati dai fan). Viene ufficializzato come brani dei VDGG In The Black Room, pubblicato a suo tempo su Chameleon in the Shadow of the Night.
I due brani nuovo sono il bello Every Blood Emperor e l'energico Nutter Alert.
La registrazione è perfetta, la band piena di energia e di voglia di suonare, PH felice, David Jackson scatenato. Non si può chiedere di più.

consiglio per l’acquisto: la testimonianza ufficiale dei VDGG in concerto

rating del recensore: ★★★★★

PH > Singularity


Fie!, dicembre 2006

Our Eyes Give It Shapes
Event Horizon
Famous last Words
Naked To The Flame
Meanwhile My Mother
Vainglorious Boy
Of Fire, Of Wood
Friday Afternoon
White Dot

tutti i brani di Peter Hammill
registrato da gennaio ad agosto 2006 a Terra Incognita, Wilts, da Peter Hammill


testo (in arrivo)

brani inseriti nel live show: Meanwhile My Mother

consiglio per l’acquisto: per fan

rating del recensore: ★★★

VDGG > Present


Virgin, aprile 2005

Every Blood Emperor
Boleas Panic
Nutter Alert
Abandon Ship!
In Babelberg
On The Beach

Vulcan Meld
Double Bass
Slo Moves
Architectural Jair
Spanner
Crux
Manuelle
'Eavy Mate
Homage to Teo
The Price Of Admission

brani di (1, 3, 5) Peter Hammill; (2) Jackson; (4) Evans, Hammill; (6) Jackson, Hammill; (7-17) VDGG

registrato dal 15 al 21 febbraio 2004 a Pyworthy Rectory nel North Devon da:

Hugh Banton: organo, chitarra basso
Guy Evans: batteria
David Jackson: sax, flauto, soundbeam
Peter Hammill: voce, piano elettrico, chitarra elettrica

I VDGG come quartetto si erano sciolti dopo World Record, alla fine del 1976. Prima del 2004 si riunirono semi-ufficialmente solo in un'occasione, per suonare Lemmings alla Union Chapel nel 1996; inoltre in occasioni private come feste di compleanno per suonare jam demenziali e (come racconta Guy Evans) cover come Strawberry Fields Forever o Je t'aime.
Incontrandosi sempre più spesso in occasioni di funerali si resero conto che in futuro avrebbe potuto non esserci più l'occasione di una reunion. Nel 2003 suonarono Still Life alla Queen Elizabeth Hall a Londra. Nel dicembre dello stesso anno Hammill subì un infarto miocardico, che forse fu la spinta definitiva a convincere i quattro membri del line-up classico a fare di nuovo musica assieme. Si riunirono nella casa colonica del batterista Guy Evans nel Devon, e riempito un locale con gli strumenti musicali, i quattro si misero a jammare in libertà come un jazz band, arrangiando anche qualche canzone nuova che Hammill avevo portato con sé. Dopo una settimana di prove e registrazioni la session fu chiusa, per passare alla selezione del materiale ed al mix.
Questo metodo di registrazione, inusuale per una rock band quanto abituale per i virtuosi del jazz, condusse alla realizzazione del disco della reunion, quasi vent'anni dopo il precedente capitolo. Il suono è il più brillante mai ottenuto dalla band, in qualche modo moderno, in qualche modo fuori dal tempo, proprio per il metodo quasi improvvisato (o decisamente improvvisato) con cui era stato ottenuto. Il materiale era sufficiente per riempire due CD; sul primo trovarono posto le canzoni, perlopiù di Hammill con il contributo evidente dei tre strumentisti, primo fra tutti il sax emozionante di David Jackson. Il secondo CD fu dedicato alle improvvisazioni strumentali, alcune più strutturate, come Manuelle, altre più caotiche, ma mai prive di energia: l'energia primordiale di chi scopre di aver taciuto per troppi anni.
Per quanto differente da ogni cosa registrata prima (e dopo) dalla band, il suono di Present è straordinario, vivo e presente come se l'ascoltatore fosse seduto nella stessa sala delle registrazioni. Mi sarebbe piaciuto sentire qualche classico del passato subire lo stesso trattamento, magari le canzoni di Still Life, bellissime ma compresse dalle registrazioni dell'epoca. Ma il destino aveva progetti diversi per la band...

brani inseriti nel live show: Every Bloody Emperor, Nutter Alert

consiglio per l’acquisto: non è il disco preferito dai vecchi fan della band, ma dal mio punto di vista è il più "vitale"

rating del recensore: ★★★★

PH > Incoherence


Fie! marzo 2004

When Language Corrodes
Babel
Logodaedalus
Like Perfume
Your Word
Always and a Day
Cretans Always Lie
All Greek
Call That A Conversation?
The Meanings Changed
Converse
Gone Ahead
Power Of Speech
If Language Explodes

tutti i brani di Peter Hammill
registrato dal marzo al dicembre 2003 a Terra Incognita, Somerset, da:

Peter Hammill: voce, tastiere. chitarra
Stuart Gordon: violino
David Jackson: sassofoni, flauti

testo (in arrivo)

brani inseriti nel live show:

consiglio per l’acquisto: strettamente per fan

rating del recensore: ★★★

PH + Stuart Gordon > Veracious


Live Performances
Fie! 2006 registrato dal vivo 1999, 2001, 2004

A Better Time
Gone Ahead
Driven
Nothing Comes
Amnesiac
Nightman
Like Veronica
Bubble
Easy to Slip Away
Primo on the Parapet
Shingle Song
A Way Out

tutti i brani di Peter Hammill
registrato il 7 novembre 1999 al Recher Theathre, Towson, MD, USA
il 30 marzo 2001 al Noga Theatre di Jaffa, Israele
8 dicembre 2004 a The Patronaat, Haarlem, Olanda, da

Peter Hammill e Stuart Gordon (violino)

testo (in arrivo)

consiglio per l’acquisto:

rating del recensore:

PH > Sonix

Fie! nov 1996

Hybrid Experiments 1994 - 1996

Emmene-Moi Bare Theme
A Walk In The Dark
In The Polish House
Dark Matter
Hospital Silence
Four To The Floor (Hammill / Elias)
Exercise for Louis
Labyrinthine Dreams
Emmene-moi Full Theme

prodotto da Peter Hammill
registrato a Terra Incognita (Bath)

PH : tutti gli strumenti
Stuart Gordon : violino e viola (1, 2, 5, 9)
Manny Elias : percussioni (6)

Pezzi strumentali raccolti da vari progetti, fra cui colonne sonore e balletti. Non ne colgo il fascino.

consiglio per l'acquisto: inutile (mi pare)

rating del recensore: ★★

PH > After The Show

antologia, Virgin, luglio 1996

After The Show (A Collection)

Ophelia
Shell
After The Show
Stranger Still
You Hit Me Where I Live
Sitting Targets
The Spirit
Porton Down
Nobody's Business
Sunshine
Lost And Found
Sign
Just Good Friends
If I Could

rating del recensore: ★★½ (non comunica la potenza dei brani)

PH > X My Heart

Fie! marzo 1996

A Better Time (Acapella)
Amnesiac
Ram Origami
A Forest of Pronouns
Earthbound
Narcissus (Bar & Grill)
Material Possession
Come Clean
A Better Time

tutti i brani di Peter Hammill

registrato agli studi Terra Incognita di Bath da:

Peter Hammill: chitarra, piano, voce
David Jackson: sassofono, flauto
Stuart Gordon: violino
Manny Elias: batteria

testo in arrivo

brani inseriti nel live show: A Better Time. Amnesiac

consiglio per l'acquisto: un disco per completisti

rating del recensore: ★★★

note di Peter Hammill

PH > Roaring Forties


Fie! settembre 1994

Sharply Unclear (5:40)
The Gift Of Fire:
- Precursed
- Talk Turkey (8:30)
You Can't Want What You Always Get…
…If You Havent Got It Yet (9:32)

A Headlong Stretch:
Up Ahead Continental Drift The Twelve Long Light Backwards Man As You Were Or So I Said (19:24)

Your Tall Ship (5:00)

brani di Peter Hammill

registrato dall’agosto 1993 al maggio 1994 agli studi Terra Incognita di Bath da:

Peter Hammill: chitarra, piano, voce
Nic Potter: basso
Stuart Gordon: violino
Simon Clarke: organo
David Jackson: sassofono, flauto
Manny Elias: batteria

Un disco che non ti aspettavi, nel 1994. Vent'anni dopo l’ultimo disco dei VDGG (e dieci anni prima del prossimo), RF è un disco che manifesta echi e voglie Progressive da Van Der Graaf Generator.
Peter Hammill ha quarant'anni e dimostra ancora una volta di essere imprevedibile uscendo dalla logica quiet / loud che lui stesso ha appena codificato.
Roaring Forties, i "ruggenti quaranta", sono i forti venti del sud del mondo (appena a settentrione dei Furious Fifties), ma anche sono i 40 “anni ruggenti” dell'artista.

RF è disco che sarebbe probabilmente perfettamente riuscito con il contributo dei Van Der Graaf anziché come disco solista, ma è comunque molto piacevole, anche grazie all’apporto strumentale di Jaxon, come quello di Manny Elias, Nic Potter e Stuart Gordon.
Anche se si tratta di un CD, il lavoro è idealmente diviso in due facciate come su un vecchio LP, grosso modo con due suite senza soluzione di continuo. La prima facciata è la più facilmente fruibile, con le energiche Sharply Unclear, The Gift Of Fire e You Can’t Want What You Always Get che si incastrano l’una nell’altra con tanto di intermezzi strumentali, con la band al completo e con il cesello dello straziato sassofono di David Jackson.
La “seconda facciata” è quasi interamente occupata dai venti minuti di A Headlong Stretch, una classica suite alla PH sul modello di A Plague of Lighthouse Keepers (Pawn Hearts) come di Flight (A Black Box). Un percorso affascinante fra sette melodie differenti, però molto nude nell’arrangiamento, al pari del citato Flight.

Chiude l'orecchiabile Your Tall Ship, uno di quei piccoli grandi gioielli di PH che potrebbero anche essere trasmessi alla radio -- ma non lo sono. Il brano più immediato anche nei testi, che ispirano il titolo del disco, e che evocano la metafora del viaggio della vita, questa volta su una nave anziché un aereo...

Un disco tipico ed atipico al tempo stesso, a cui non farà seguito un Furious Fifties, ad uso di tutti gli orfani di Pawn Hearts. In qualche modo la versione più complessa di Fireships.


brani inseriti nel live show: Your Tall Ship, A Headlong Stretch

consiglio per l'acquisto: un bel disco per gli amanti del PH progressive e dei VDGG.

rating del recensore: ★★★★

PH > The Storm / The Calm

antologie, Virgin, luglio 1993

The Storm (Before The Calm)

Nadir's Big Chance
Golden Promises
A Perfect Date
The Spirit
Sitting Targets
Tapeworm
Nobody's Business
Crying Wolf
You Hit Me Where I Live
My Experience
Breakthrough
Skin
Energy Vampires
Porton Down
Birthday Special
Lost And Found
Central Hotel

The Calm (After The Storm)

Shell
Not for Keith
Birds
Rain AM
Just Good Friends
(On Tuesdays She Used to Do) Yoga
Shingle Song
Faith
Dropping the Torch
After the Show
Stranger Still
If I Could
Wilhelmina
Again
Been Alone So Long
Ophelia
Autumn
Sleep Now

PH > The Noise - There Goes The Daylight

Live In London 1993
Fie! aprile 1993

Sci-Finance (revisited)
The Habit Of A Broken Heart
Sign
I Will Find You
Lost And Found
Planet Coventry
Empress's Clothes
Cat's Eyes / Yellow Fever (Running) (Hammill - Smith)
Primo On The Parapet
Central Hotel

brani di Peter Hammill

registrato a The Grand, London, 29 aprile 1993, da:
Peter Hammill : voce e chitarra
Stuart "Hooly" Gordon : violino, chitarra, cori
Manny "Max" Elias : batteria
Nic "Mozart" Potter : Bass

Registrato in una serata di fine aprile del 1993 al The Grand di Londra nel corso del tour di The Noise. Trattandosi di un disco loud, Hammill va in tour con una formazione che rinverdisce i fasti del K Group: il leader alla chitarra, Stuart "Holly" Gordon violino, chitarra e cori, Nic "Mozart" Potter e Manny "Max" Elias alla sezione ritmica.

Il disco si apre alla grandissima, con un giro di chitarra alla Lou Reed (Vicious) per Sci-Finance (Revisited). Ma PH non è una rock star e da subito l'atmosfera si fa più dura e spigolosa.
The Habit Of The Broken Heart è un lento ipnotico giocato su basso e batteria, tratto da The Quiet Zone, ma all'inizio potrebbero essere gli Stooges almeno fino a che interviene il violino.
Sign, da Sitting Targets, è ancora basato su un ritmo ipnotico ed incessante alla Can.
I Will Find You (da Fireships) è forse troppo melodica per una band new wave, anche se ricamata dal violino di Hooly.
Lost and Found è un altro lento teso, da Over, prolungata per ben otto minuti.
Planet Coventry (nuova canzone da The Noise) e Empress's Clothes (Sitting Targets) sono lunghe, dure e stranianti.
Il concerto torna ad essere più umano con l'eccitante Cat's Eye / Yellow Fever, ancora da Quiet Zone, che si conferma il padre dell'idea del quartetto punk di PH.
Chiusura alla grande con una torrida versione di dodici minuti di Primo On The Parapet, il capolavoro di The Noise, e il bis di Central Hotel, rock & roll da Sitting Targets.

consiglio per l'acquisto: un vivace disco dal vivo, per ogni collezionista di PH in concerto.

rating del recensore: ★★★★


PH > The Noise

Fie!, marzo 1993

A Kick to Kill the Kiss (4:12)
Like a Shot, the Entertainer (5:13)
The Noise (6:12)
Celebrity Kissing (4:34)
Where the Mouth Is (5:33)
The Great European Department Store (4:58)
Planet Coventry (4:02)
Primo on the Parapet (8:36)

brani di Peter Hammill

registrato da:
Peter Hammill - voce, chitarra, tastiere
Manny Elias - batteria
Nic Potter - basso
John Ellis - chitarra
David Jackson - sassofono, flauto

La copertina del disco riporta la nota “number one in A Loud series”, a far da contraltare alla nota “number one in BeCalm series” del precedente album Fireships. Ovviamente The Noise (significativamente: il rumore) non è il primo album rumoroso (veloce, new wave) di PH, come Fireships non era certo stato il primo album lento.
Ma evidentemente il progetto di quegli anni voleva essere quello di scindere le due anime del lavoro di Hammill.
The Noise si richiama a lavori dal sapore (e dal suono) new wave come i dischi del K Group o Sitting Targets, ma decisamente più radicale di questi, forse proprio in virtù del fatto di aver pagato il debito verso i brani tranquilli con il precedente Fireships.
La formazione è composta da PH, da John Ellis alla chitarra, la sezione ritmica di Potter e Manny Elias e infine il tocco di David Jackson ai fiati - per cui siamo molto vicini ai territori del K Group ma con un batterista ancora più picchiatore.

L’apertura è in puro stile rock & roll, con A Kick To Kill The Kiss, che introduce i temi di satira sociale dei testi dell’album.
Like A Shot The Entertainer è un bel pezzo molto orecchiabile che potrebbe tranquillamente essere trasmetto in radio o entrare in classifica, magari sotto forma di cover di un artista meno radicale di Hammill.
Ma The Noise non è né un disco orecchiabile né un disco facile, e la cosa è messa in chiaro dal brano omonimo, sei minuti di ritmico muro sonoro.

“Ho amato il rumore
respiro elettrico
il rumore ha riempito il vuoto
ha ruggito nel vuoto

Ho amato il rumore
ho amato l’afa
pum-pulsare quel battito primario”

Celebrity Kissing è rock & roll, Where The Mouth Is è hard rock e The Great European Department Store è art rock.

Planet Coventry è una lama fredda ed affilata.

“Fuori servizio, fuori dalla portata,
non si può misurare nessuna reazione
solo il silenzio della prima fila
silenzio e tu sei nudo sul palco…
sveglia!
Ti svegli e sei nudo sul palco”

Primo On The Parapet chiude l’album con uno di quei capolavori assoluti, di quelle gemme di musica e poesia a cui PH ci ha abituati. Un lungo brano ipnotico giocato su una dissonante chitarra spagnola che rende omaggio allo scrittore ebreo Primo Levi ed al suo lavoro di memoria storica di Se questo è un uomo. Il titolo allude al suicidio di Levi che volò dal parapetto della tromba delle scale di casa sua.

“Quattro cavalieri guidano la carrozza della casa dell’Olocausto
e con che senso della Storia vediamo il nostro nuovo mondo?
Impariamo a dimenticare?
Un brindisi a Primo
perdona ma non dimenticare.
Un’ultima parola di cautela
dal bordo del parapetto
un’ultima parola per ricordare
che dobbiamo imparare a non dimenticare”

Un pezzo che sarà ricorrente nei concerti di Hammill.

brani inseriti nel live show: Primo On The Parapet, Planet Coventry, A Kick To Kill The Kiss, Like A Shot The Entertainer

consiglio per l'acquisto: un album riuscito, con brani ricorrenti nei concerti e soprattutto con Primo On The Parapet, ma non un lavoro facile. Un acquisto consigliato per chi già conosce ed apprezza Hammill.

rating del recensore: ★★★★

PH > In The Passionkirche Berlin 92


registrato live 11 aprile 1992 a Berlino, edito 2009 Voiceprint

My Room (8:06)
Curtains (6:16)
Usher's Suite (19:15)
I Will Find You (3:97)
(Something About) Ysabel Dance (6:38)
Given Time (4:49)
Patient (8:17)
The Future Now (3:51)
A Way Out (7:57)
Traintime (5:32)
Modern (7:01)

tutte le canzoni di Peter Hammill; i testi di Usher's Suite sono di Judge Smith

Racconta Peter Hammill che mai suona due concerti nello stesso modo: sia per quanto riguarda la scaletta, che è decisa solo un paio di ore prima, che per quanto riguarda l'interpretazione, dipendendo entrambe dall'umore della serata.
Live In Passionkirche, Berlin MCMXCII sembra testimoniare queste parole. Si tratta infatti di uno show solista del tour di Fireships del 1992 già rappresentata da Typical Solo Performances, doppio CD che raccoglie una selezione rappresentativa di brani registrati in quella tournée.
Il concerto di Passionkirche fu registrato per un film, stampato su VHS prima e DVD poi, e questo doppio CD ne costituisce la colonna sonora. Si tratta dunque di una delle serate testimoniate da Typical (ma nessuna delle canzoni di Berlino era stata scelta per quel disco), ma se non fosse scritto in modo esplicito sulla copertina si stenterebbe a crederlo.

La serata di Berlino infatti trova un Hammill particolarmente duro e spigoloso, più portato all'urlo che alla dolcezza, un Hammill che maltratta più del solito le corde della chitarra e che martella i tasti del pianoforte.
I brani della scaletta sono undici (il disco dura considerevolmente meno di Typical - che infatti è in realtà più lungo di un tipico concerto di PH), di cui nove in comune con l'altro disco.
L'apertura è sempre lasciata alla bella My Room dal repertorio dei VDGG di Still Life, a cui seguono Curtains e I Will Find You da Fireships, in versioni particolarmente secche e crude. Ma fra le due canzoni, una sorpresa: i diciannove minuti di Usher's Suite, una rara interpretazione live di The Fall Of The House Of Husher, interamente per voce e piano del solo Peter. Oltre ad essere particolarmente rara come occasione, è anche attualmente l'unica possibilità attuale di ascoltare la piece, dato che i due dischi su cui è rappresentata sono entrambi fuori catalogo. Purtroppo l'ascolto è complicato dall'assenza dei testi, che renderebbero più semplice seguire una vicenda teatrale come quella ispirata al racconto di Edgar Allan Poe.

Il furore della serata è esaltato dalla chitarra che Hammill imbraccia per (Something About) Ysabel Dance - l'altro pezzo "diverso" di Passionkirche - in una versione particolarmente dura, come la successiva Given Time, e solo con Patient il furore di Hammill sembra trovare una via di sfogo.
Il clima si fa epico nel finale, tornato al pianoforte per versioni appassionate di The Future Now (una volta definita da Hammill un blast) e Traintime, molto intensa.

Il bis della serata è alla chitarra con Modern, con una straziante e straziata chitarra.

Della scaletta dello show di quel 11 aprile 1992 sono state tagliate per qualche motivo Just Good Friends, Stranger Still e, purtoppo, il bis di Refugee.


consiglio per l'acquisto: il complemento allo splendido Typical, con la chicca di Usher's Suite.

rating del recensore: ★★★★

i brani del live show

PH > Typical

registrato dal vivo nel 1992, edito Fie! 1999

My Room (7:30)
Curtains (6:06)
Just Good Friends (4:55)
Too Many Of My Yesterdays (4:23)
Vision (4:32)
Time To Burn (5:08)
The Comet, The Course, The Tail (9:12)
I Will Find You (3:55)
Ophelia (4:14)
Given Time (4:46)
Modern (9:30)
Time For A Change (4:14)
Patient (8:43)
Stranger Still (5:51)
Our Oyster (5:46)
Shell (4:44)
A Way Out (9:06)
Traintime (6:10)

encore:
The Future Now (4:03)

ghost tracks
Afterwards (6:00)
Darkness (11/11) (5:13)
Central Hotel (6:12)

Peter Hammill: voce, pianorte, chitarra

Peter Hammill racconta di aver suonato dal vivo solo sul palco sin dall’inizio della sua carriera. Ha diviso il palco con i VDGG, con il K Group, il duo, il trio, il quartet, ma lo show più tipico e ricorrente è stato probabilmente quello che lo vede intrattenere da solo il pubblico armato solo di un microfono, una chitarra e un pianorte.
Typical Solo Performances contiene un tipico show solo di diciannove (o più?) pezzi selezionati fra quelli della tournée europea di Fireships, nel 1992: Austria, Germania, Olanda e Italia.
Nel libretto che accompagna il doppio CD racconta dei criteri con cui sceglie la scaletta dei brani, non prima di un’ora dall’inizio dello show, da quello con cui rompere il ghiaccio ed entrare nell’atmosfera fino alla scelta del bis finale.
Typical non è solo un tipico show solista ma è anche uno straordinario show che viaggia su livelli di perfezione. Ottimamente registrato, con un suono caldo e coinvolgente e con una voce assolutamente presente.

“È evidente che non stiamo assistendo ad un concerto rock. I tasti del pianoforte sono martellati come ad un concerto di musica classica e la voce si modula, si alza e si abbassa, sperimenta toni arditi, riempie con la propria potenza di magnifico strumento tutto la spazio del teatro, mentre il pubblico respira piano. Sperimenta Peter Hammill con il canto, ma non è una sperimentazione musicale fine a sé stessa quanto la ricerca di esprimere le emozioni e i sentimenti dei suoi testi quasi dovessero prendere vita ed esibirsi da sé. Nonostante la complessità oggettiva delle canzoni e del cantato, non c'è ombra di freddezza nella musica di Hammill, anzi, da subito siamo aggrediti dalla marea delle emozioni, dalla forza delle canzoni e dei loro temi, l'amore il dolore la vita la morte…”

Lo show si apre con My Room, splendido scampolo dei Van Der Graaf Generator di Still Life, un brano che ha aperto così spesso il suo show da sentirlo più parte del repertorio solista che della band.
“i miei polmoni scoppiano in un grido
come hai potuto lasciarmi qui a morire
mi congelo nel ghiaccio di questo posto
come hai potuto lasciare che accadesse?
sogni, speranza, promesse, frammenti fuori dal tempo
tutte queste cose sono state dette
eppure tu ancora non capisci come io mi senta
nell'attesa che vengano infrante"

Curtains viene dal recente (ai tempi della registrazione) Fireships, che sembra guadagnare dal trattamento per solo pianoforte.

Just Good Friends è il classicissimo di Patience:
“ogni volta che siamo così vicini
io do per scontato che sarà l’ultima volta
per quanto potremo ancora fingere
di essere solo buoni amici?
Ti ho dedicato la mia devozione
non ho assi nella manica
se uscissi in silenzio dalla tua vita
te ne accorgeresti?”

Too Many Of My Yesterdays è un bel brano da And Close As This, un disco in studio che già proponeva un PH solista.
“Tanti anni fa io pensavo che tu fossi l'unica
chi sa quando le persone cambiano, si arrendono a diventare estranee
se ne vanno alla deriva sulla loro vita, circondate dal passato
chi sa quale è l’ultimo addio
Non provare a dirmi che niente muore
non provare a dirmi che niente è cambiato
non cercare di dirmi che niente è nuovo
troppi dei miei ieri appartengono a te”

Vision è un evergreen che viene dal passato, il lontano 1971, l’epoca della prima band e di Fool’s Mate, a dimostrare che per quanto possano modificarsi mode ed arrangiamenti il cuore delle poetiche composizioni di Hammill è sempre assolutamente attuale.
“ho una visione di te chiusa nella mia testa
si insinua nella mia mente e mi riscalda nel letto
la visione di una visione
che mi protegge dalle paure della notte
e mentre la stagione va avanti il mio amore resta forte
non so dove finisci tu e dove inizio io
devo solo aprire la mia mente ed i ricordi ci si riversano
sii mia figlia, sii la mia amante
ingoiami nel tuo bagliore
prendi la mia lingua prendi il mio tormento
prendi la mia mano e non lasciarmi andare”

Time to Burn è una bella canzone di In A Foreign Town nuda di ogni orpello di arrangiamento.

Per The Comet, The Course, The Tail Hammill si sposta alla chitarra elettrica, per riprendere un epico tema dei VDGG finito nel capolavoro progressive di In Camera.

I Will Find You è di nuovo un pezzo nuovo orecchiabile da Fireships, bello anche nella versione spoglia per chitarra.
“Noi siamo scritti in un cielo attraversato dalle stelle
la musica dello spirito ricorda di te…
puoi correre o nasconderti, ma sicuramente
ti cercherò, ti inseguirò, ti troverò”

Ophelia è una classica canzone d’amore da Sitting Targets (e Love Songs).
Given Time (Fireships) porta qualche dissonanza fra le sei corde.
Modern è una splendida melodia ipnotica da The Silent Corner and the Empty Stage, che da modo ad Hammill di esibire la teatralità della propria voce.

Time For A Change è un pezzo di Judge Smith che Hammill ha interpretato in pH7. Una melodia romantica che non riesco mai ad ascoltare senza avere i brividi.
“Tempo di cambiare
mi sentivo male, le cose si erano fatte strane
casa, la casa è vicina
sì, è il momento per un cambiamento…”

Patient (da Patience) è uno dei brani più significativi di Hammill, ed anche emozionanti quando canta il coro:
“Waiting For The Doctor To Come!”
sottolineandolo con la durezza degli accordi sulla chitarra.

Un momento di pathos così intenso ha bisogno di essere spezzato dal ritorno al pianoforte per un brano romantico come Stranger Still ancora da Sitting Targets:
“Ancora straniero in un’altra città
com’è normale sedersi fuori dalla danza
mangiando buon cibo da solo
brindando con il bicchiere vuoto
e stanno già preparando la prossima tappa
già dimenticando l’ultima
No, niente potrebbe essere meno strano di così
nell’entropia
non c’è nessun cambiamento”

Our Oyster è da Out Of Water:
“Questo è un autentico figlio di una pistola
una colonna sonora dalla Cina nel linguaggio universale
nel linguaggio universale alcune cose non devono essere tradotte
c’è un solo linguaggio
che l’intero mondo comprende
c’è un solo messaggio
quando scende il buio
stanno suonando world music
in piazza a Tiananmen
il fischio dei proiettili”

Si va verso il finale con l’eleganza di Shell dal sottovalutato Skin:
“Gira una carta, volta una pagina
l’azione partirà di certo
una reazione a pensieri illogici sulle linee del caso
in un sogno di Borges ci muoviamo verso la scrittura delle vite”

A Way Out ancora dal recente Out Of Water, una canzone d’amore dai toni drammatici:
“Slogato, fuori dalla verità
fuori dall’amore, fuori dalla tristezza
fuori servizio, fuori orbita, fuori controllo
fuori contatto, fuori linea
fuori sincrono e fuori tempo
finita la benzina e le gomme
fuori strada...
…vorrei aver detto “ti amo”

L’ultimo brano dello show è Traintime (da Patience)
“Lungo i binari i cavi ronzano
in scoppi di codice come tamburi lontani
portando il messaggio
più in la lungo la linea qualcuno sta urlando
mentre il tempo passa”

Il bis è The Future Now, ancora per pianoforte. Racconta PH che non considera il bis come parte della scaletta per cui può essere qualsiasi cosa: un brano raro, un brano calmo, un pezzo esplosivo. Questa sera è esplosivo.
“Voglio il futuro adesso
voglio stringerlo nelle mie mani
tutti gli uomini uguali e liberi
voglio la terra promessa”

Se non si toglie il disco e si aspetta abbastanza a lungo si è premiati da addirittura tre ghost track, un secondo, terzo e quarto bis: rare versioni di Afterwards e Darkness 11/11 (dal repertorio dei VDGG: The Least We Can Do… e addirittura The Aerosol Grey Machine) e Central Hotel (Sitting Targets).


Se c’è un segreto dell’arte di Peter Hammill questo è svelato in Typical.
Se dovessi possedere un solo disco di PH questo sarebbe Typical.
Però credo che sia più bello ancora ascoltare di queste splendide canzoni nella loro nuda anima quando già ci sono note nel loro abito da disco in studio.


consiglio per l'acquisto: un disco perfetto che mette a fuoco l’essenza dell’arte di Hammill.

rating del recensore: ★★★★★ (capolavoro)


PH > Fireships

Golden Hind, Rough Trade 1992 / Fie!

I Will Find You
Curtains
His Best Girl
Oasis
Incomplete Surrender
Fireships
Given Time
Reprise (di Hammill eDavid Lord)
Gaia

brani di Peter Hammill

Prodotto da PH e David Lord
Registrato fra novembre 1990 e agosto 1991 da:

Peter Hammill : voce, chitarra, tastiere
David Lord : tastiere
David Jackson : sassofono, flauto
Nic Potter : basso
Stuart Gordon : violino
John Ellis : chitarra


Non esiste un album definitivo di Peter Hammill, né un disco che possa definirsi completo o esaustivo. Non c’è una scorciatoia: PH è uno sperimentatore e i suoi gioielli sono sparsi fra tutti i lavori. Però esistono album più rifiniti e meglio prodotti, e Fireships è sicuramente uno di quelli.
Fireships ha un produttore (David Lord), fatto inusuale per un musicista artigianale come Hammill, che è abituato a lavorare nello studio casalingo (il Sofa Sound) e poi rifinire il lavoro con i collaboratori fidati di lungo tempo.
Per molti versi Fireships vuole essere un ricapitolazione importante nella carriera di Hammill. È il primo disco a uscire per la sua etichetta discografica, la neonata Fie! (dalla lettera ph dell’alfabeto greco), gode di un arrangiamento orchestrale e particolarmente accurato. Ha una copertina curata al posto della solita fotografia in bianco e nero. Dalle note di copertina è anche il primo disco di una nascente serie BeCalm, mentre il successivo lavoro sarà il primo della serie A Loud. In realtà Peter dalla la trilogia progressive ha sempre alternato ballate lente per pianoforte o chitarra acustica a pezzi rock ispirati alla new wave, a volte assieme nello stesso disco, a volte in dischi più lenti (The Love Songs, And Close As This) o più vivaci (Enter K, Sitting Targets, Skin). Il proposito di scindere ufficialmente le due anime durerà poco: a parte un paio di antologie della Virgin, non si sentirà più parlare di Calm e Loud, anche se la discografia degli anni a venire sarà in generale più calm che loud.

Forse proprio in virtù della ricchezza degli arrangiamenti Fireships è un disco fruibile, anche se può definirsi tutto tranne che commerciale. È in realtà straordinario che un disco così lento da risultare talora quasi immobile o stupefatto (His Best Girl o Given Time) riesca a risultare orecchiabile.

I Will Find You è in effetti un lento art rock orecchiabile vagamente alla Roxy Music, che potrebbe passare in radio e che sarà ricorrente nel live show:

“Noi siamo scritti in un cielo attraversato dalle stelle
la musica dello spirito ricorda di te…
puoi correre o nasconderti, ma sicuramente
ti cercherò, ti inseguirò, ti troverò”

Un altro brano ricorrente nei concerti è Curtains, il sipario che si chiude su una storia d’amore che finisce, un brano lento e cupo come un pesante tendaggio:

“Tommy si alzò quella mattina con le rocce nella testa
e Silvia era scioccata
la storia che avevano finto
era congelata sulle loro labbra…
…per Silvia e Tommy non c’era più nulla da provare
hanno corso per anni
per trovare un tipo di vita
che offrisse un’eccitazione”

His Best Girl è un brano di cinque minuti addirittura immobile nel suo gelido incedere elettronico, mentre le parole cantano di una bella e algida ragazza immagine:

“Nella GTi Cabriolet verso la villa nel sud della Francia per le vacanze
tieni giù la testa bambina, tieni i tuoi riccioli d’oro
tu sarai sempre la sua ragazza preferita”

Oasis procede sinuoso su un ritmo elettronico con echi orientali che evocano odalische velate:

“Di fianco alla piscina di acqua limpida
alimentata da una sorgente segreta
le tue labbra sono sigillate ma nel linguaggio del tuo corpo
gli angeli cantano...
…dimmi il tuo nome segreto
oasi in un mondo deserto”

Fireships è un pezzo sinfonico, che evoca flotte di navi in guerra, fiammeggianti, l’Armada delle anime, l’Armada della luce.

“C’è una cortina di fumo all’orizzonte
navi di fuoco che salpano stanotte
È l’armata delle anime, la flottiglia da Dio sa dove…
…noi crediamo di essere a prova di fuoco
non pensiamo mai di poter essere bruciati”

Given Time, il tempo assegnato, è un pezzo lento introspettivo sulla morte e la realizzazione, che Peter ama abbastanza da cantare spesso nei suoi concerti:
“Noi facciamo la vita che conduciamo”

Sembrerebbe un album straordinario, ma il brano che lo chiude è di una tale bellezza da mettere quasi in ombra tutta la musica che lo ha preceduto, un pezzo orchestrale allo zenith della pur splendida produzione di Hammill.

È Gaia, un brano sinfonico sul mondo che vive, e sulla connessione di tutte gli avvenimento, dal battito d’ali di una farfalla ad un ciclone

“Piangi quelle lacrime e poi asciugati gli occhi stanchi
ogni sospiro che prendi ti tiene viva
siamo farfalle
immobili in volo sotto un cielo stellato
ma i fantasmi volano avanti e avanti
nel senso che tutti noi apparteniamo
Oh, Gaia

e la somma di tutte le parti
è il cuore che perdona tutto
di Gaia”

Un brano che non riesco ad ascoltare senza provare ogni volta i brividi.


brani inseriti nel live show: I Will Find You, Curtains, Given Time

consiglio per l'acquisto: uno degli album più belli e rifiniti di PH. Anche un buon punto di ingresso alla sua musica.

rating del recensore: ★★★★½

PH > The Fall of the House of Usher

Some Bizzarre 1991 / Fie! 1999
(attualmente fuori catalogo)

An Unenviable Role
That Must Be The House
Architecture
Sleeper
One Thing At A Time"
I Shun The Light
Leave This House
Dreaming
Chronic Catalepsy
Herbalist
Evil That Is Done
Five Years Ago
It's Over Now
Influence
No Rot
She Is Dead
Beating Of The Heart
Haunted Palace
I Dared Not Speak
She Comes Towards The Door/The Fall

Musica di Peter Hammill, testi di Chis Judge Smith basati sulla novella di Edgar Allan Poe

Peter Hammill : Roderick Usher e la Casa
Lene Lovich : Madeline Usher
Andy Bell : Montresor
Sarah Jane Morris : il coro
Herbert Grönemeyer : the Herbalist

Stuart Gordon : violino
PH : tastiere, chitarra, percussioni

Note di Peter Hammill

PH > Room Temperature (Live)

Enigma Records 1990 / Fie!
(attualmente fuori catalogo)

disco 1:
The Wave
Just Good Friends
Vision
Time To Burn
Four Pails
The Comet, The Course, The Tail
Ophelia
Happy Hour
If I Could
Something About Ysabel's Dance
Patient

disco 2:
Cat's Eye/Yellow Fever (Running)
Skin
Hemlock
Our Oyster
The Unconscious Life
After The Show
A Way Out
The Future Now
Traintime
Modern

Registrato in concerto durante il tour europeo ed americano del 1990 dal Peter Hammill Trio:

Peter Hammill : voce. chitarre, tastiere
Stuart Gordon : violino
Nic Potter : basso


i brani originali di studio sono tratti da:

Fool’s Mate : Vision
The Silent Corner and the Empty Stage : Modern
In Camera : The Comet, The Course, The Tail
The Quiet Zone / The Pleasure Dome : The Wave, Cat's Eye/Yellow Fever (Running)
The Future Now : If I Could, The Future Now
Enter K : Happy Hour, The Unconscious Life
Patience : Just Good Friends, Patient, Traintime
Sitting Targets : Ophelia
Skin : Four Pails, Skin, After The Show
In A Foreign Town : Time To Burn, Hemlock
Out Of Water : Something About Ysabel's Dance, Our Oyster, A Way Out

il disco è attualmente fuori catalogo

PH > Out Of Water

Enigma Records 1990 / Fie!
(attualmente fuori catalogo)

Evidently Goldfish
Not the Man
No Moon in the Water
Our Oyster
Something about Ysabel's Dance
Green Fingers
On the Surface
A Way Out

Tutti i brani di Peter Hammill

Prodotto da PH e David Lord
Registrato dal gennaio all’agosto 1989 al Sofa Sound e Terra Incognita da:

Peter Hammill : voce, chitarre, tastiere
Stuart Gordon : violino su (5)
Fury (John Ellis) : chitarra
Mozart (Nic Potter) : basso
David Jackson : sassofono

“Un punto di svolta (o uno dei tanti punti di svolta). Il ponte tra tutto quello che è stato fatto prima e quello che è ora; sicuramente l’inizio del Nuovo. Non che l’avessi concepito così, al tempo… è stato fondamentale in retrospettiva”. Peter Hammill

Brani inseriti nel live show: Something About Ysabel's Dance - Our Oyster - A Way Out

PH > In A Foreign Town

Enigma Records 1988 / Fie!

Hemlock
Invisible Ink
Sci-Finance (Revisited)
This Book
Time to Burn
Auto
Vote Brand X
Sun City Nightlife
The Play's the Thing
Under Cover Names

brano extra del CD:
Smile

Tutti i brani di Peter Hammill

Registrato dall’ottobre 1987 al gennaio 1988 al Sofa Sound da:

Peter Hammill – voce, chitarre, tastiere, percussioni
Stuart Gordon - violino su (1)

“C’è un consenso generale che questo sia il meno apprezzato dei miei album solisti. Devo ammettere che alcune delle scelte sonore e di registrazione sembrino oggi un po’ goffe anche a me. Tuttavia queste sono registrazioni assolutamente cruciali nella mia crescita e mi sento di affermare che se non le avessi fatte esattamente così gran parte del mio lavoro successivo non sarebbe stato lo stesso”. Peter Hammill

brani inseriti nel live show: Time To Burn - Hemlock - Sci Finance (Revisited)

(continua)

PH > And Close As This

Virgin 1986 / Charisma

Too Many Of My Yesterdays
Faith
Empire Of Delight (musica Keith Emerson, testi PH)
Silver
Beside The One You Love
Other Old Clichés
Confidence
Sleep Now

brani di Peter Hammill

registrato al Sofa Sound da 7 agosto a 15 settembre 1986, da:

Peter Hammill - tastiere
Paul Ridout - midi e Macintosh

Il disco nasce, pochi mesi dopo il precedente Skin, dalla considerazione che mentre molto spesso PH si è trovato a suonare da solo le proprie canzoni in concerto, aiutato solo da un pianoforte o da una chitarra acustica, questo lato della sua arte non era ancora mai stata testimoniata dai dischi.
Da qui la decisione di registrare otto canzoni solo con la propria nuda voce accompagnata da una tastiera, rappresentata da un pianoforte o da una tastiera MIDI. Il risultato è uno dei migliori album della sua carriera, un disco romantico e malinconico attorno al tema degli amori del passato. Tranne la canzone che chiude, una ninna nanna dedicata alla figlia, che si rivolge al suo futuro.

Alcune canzoni, le più belle, sono anche facilmente fruibili, come Too Many Of My Yesterdays:

“Tanti anni fa io pensavo che tu fossi l'unica
chi sa quando le persone cambiano, si arrendono a diventare estranee
se ne vanno alla deriva sulla loro vita, circondate dal passato
chi sa quale è l’ultimo addio
Non provare a dirmi che niente muore
non provare a dirmi che niente è cambiato
non cercare di dirmi che niente è nuovo
troppi dei miei ieri appartengono a te”

Altrettanto orecchiabile è la melodia di Faith:

“Ogni momento è prezioso
quelli che trascorro con te sono un premio
mi considero fortunato ad essere vivo
mentre tu sei nei miei occhi
non lasciarmi andare
adesso che sono completamente perso in te”

Empire Of Delight è una bellissima ballata d’amore, insolitamente scritta attorno ad un pezzo classicheggiante per piano firmato da Keith Emerson.

“La memoria estende il suo impero
conserva la cornice ma sfuma le linee
altre volte invade i sensi
un momento catturato e perso, un secondo sguardo
improvvisamente ti sento vicina
mondi lontani eppure così vicino
un bacio rubato dalle mie labbra
e il momento scivola in volo…”

Il pezzo migliore è probabilmente Other Old Cliches, sui cliches di un amore che finisce, mentre Silver, Beside The One You Love e Confidence sono più ermetiche e dure.

Sleep Now è la ninna nanna dedicata alla figlia:

“Adesso dormi
un altro giorno nella tua giovane vita è andato
vai a dormire adesso
domani nuovi mondi arriveranno con i loro guai
sei una tale meraviglia ed un tale mistero per me

Da qualche parte i tuoi futuri amici dormono come te
e i tuoi amanti
ora sono solo bambini che piangono in braccio
oh, il mondo gira sotto i nostri piedi
e le nostre vite passano mentre noi dormiamo”


brani inseriti nel live show: Silver - Too Many Of My Yesterdays

consiglio per l'acquisto: un PH intimo, con alcune delle sue cose migliori.

rating del recensore: ★★★★½