PH > Thin Air


Fie! giugno 2009

The Mercy
Your Face On The Street
Stumbled
Wrong Way Round
Ghost Of Planes
If We Must Part Like This
Undone
Dimished
The Top Of The World Club

tutti i brani di Peter Hammill
registrato dall’agosto 2008 al marzo 2009 a Terra Incognita, Wilts, da
Peter Hammill

Thin Air può essere considerato il terzo capitolo di una trilogia dalla sintassi sperimentale che comprende Incoherence che trattava dell'inefficacia del linguaggio e Singularity che rifletteva sulla vecchiaia e la morte. Thin Air, "aria sottile", riguarda la scomparsa, il cambiamento, la perdita: il dissolversi.
Dei tre episodi questo potrebbe essere considerato il più accessibile non tanto per una sua orecchiabilità (che non abbonda) quanto per la cura della registrazione e per l’aria patinata che gli donano strumenti che viaggiano dalle parti dell’elettronica (sintetizzatori, tastiere e filtri per le chitarre e le voci). Nella tradizione hammilliana della coerenza fra il testo e la musica, i suoni tendono ad evocare la purezza, la leggerezza e l’inconsistenza dell’aria sottile, l’aria di alta quota. Si dice che l’idea del disco sia nata in Hammill anni prima in una visita alla cima delle torri gemelle del World Trade Center (il top of the world club, suppongo), ed ovviamente successivamente evocata dalla tragedia delle stesse. Non a caso uno dei brani che sembrano richiamare l’11 settembre si intitola Ghost Of Planes. Non solo di questo si canta in Thin Air, ma anche di altre scomparse, come quella della ragazza sul chi l’ha visto dei manifesti o della bottiglia del latte di Your Face On The Street, o la fuga di If We Must Part Like This, o l’addio al mondo di The Mercy. Dal punto di vista musicale Thin Air è meno che minimalista: dei nove pezzi, giusto uno, Undone, si potrebbe definire una canzone (che infatti ha trovato il suo posto fra i brani del live show di Hammill). Per il resto si vaga fra echi, suoni, dissonanze, voci e cori filtrati ed il eco. Da questo punto di vista il brano perfetto è il conclusivo The Top Of The World Club, che nell’arco di nove minuti riesce ad evocare emozione e lirismo in un cantato che si fa corale. Anche la gelida The Mercy in apertura si può dire ben riuscita.


brani inseriti nel live show: Undone

consiglio per l’acquisto:

rating del recensore: ★★★½

VDGG > Live At The Paradiso


Voiceprint, giugno 2009 (registrato in concerto il 14 aprile 2007)

Lemmings
A Place To Survive
Lifetime
(In The) Black Room
Every Blood Emperor
All That Before
Gog

Meurglys III, The Songwriter's Guild
The Sleepwalkers
Man-Erg
Scorched Earth

registrato il 14 aprile 2007 al The Paradiso Club di Amsterdam da:

Hugh Banton: organo
Guy Evans: batteria
Peter Hammill: voce, chitarra, piano

Dopo essere rimasti orfani di David Jackson, prima ancora di chiudersi in studio a registrare come trio l'album che avrebbe preso il titolo di Trisector, i VDGG si impegnarono a scegliere materiale da riarrangiare senza sassofono, ed intrapresero un tour per testare la nuova formazione e i nuovi numeri. Il concerto di mezzo aprile ad Amsterdam al delizioso club The Paradiso era cronologicamente il decimo degli show. I tre si sentivano pronti per registrare il concerto per un film ed un relativo CD musicale, che sarebbero stati pubblicati solo un paio d'anni più tardi da Voiceprint.
Nonostante la defezione importante, la band era con tutta evidenza in piena forma e non mancava d'entusiasmo, ed il concerto fu splendido. Il suono non appare affatto monco o meno completo, e gli arrangiamenti non fanno pesare la mancanza delle parti di sax.
La scelta dei brani non è dissimile da quella dello show del 2005 registrato per Real Time. Ancora i classici lontani sono rappresentati da Lemmings (con una gran partecipazione, ovviamente, dell'organo di Banton), Man-Erg e In The Black Room, oltre all'altra canzone 'mancata' dei VDGG, Gog, pubblicata a suo tempo su In Camera di Peter Hammill.
Il periodo di mezzo è rappresentato di nuovo da The Sleepwalkers e Scorched Earth, più Meurglys III e A Place To Survive da World Record.
Fra le nuove, Every Blood Emperor viene da Present, mentre le nuove Lifetime e All That Before sarebbero state inserite in Trisector.
Un concerto perfetto.

consiglio per l’acquisto: un'altra grande testimonianza dei VDGG in concerto, questa volta nel formato a tre.

rating del recensore: ★★★★★

VDGG > Trisector


Virgin, marzo 2008

The Hurlyburly
Interference Patterns
The Final Reel
Lifetime
Drop Dead
Only In A Whisper
All That Before
Over The Hill
(We Are) Not Here

brani di Banton, Evans, Hammill
registrato dal 2 al 13 luglio 2007 al gaia Center, Delabole, Kernow da:

Hugh Banton: organo, basso
Guy Evans: batteria, percussioni
Peter Hammill: voce, chitarre, piano

Nel bel mezzo dei fasti della reunion della band, con un ottimo disco e un grande live show, cade come un fulmine a ciel sereno la notizia dell'abbandono del sassofonista David Jackson (o più probabilmente del suo licenziamento). Non c'è mai stata una comunicazione ufficiale dei motivi della separazione, ma è probabile che siano legati alla scarsa disponibilità di Jackson verso un impegno a tempo pieno con il gruppo. Per evitare che la cosa rappresentasse un pericolo per l'integrità dei VDGG "mark III", Hammill preferì lasciare Jackson del tutto fuori dal progetto. Una decisione di carattere, ma non facile, perché non solo Jaxon è un sassofonista di grande fascino, ma il suo contributo al sound della band è determinante quanto la voce di Peter, e spesso l'intervento delle note emozionanti del sassofono costituiscono un gancio per l'attenzione dello spettatore nel sound spigoloso e difficile della band.
Comunque i tre membri superstiti si impegnarono per riscrivere gli arrangiamenti dei pezzi in modo da poter fare a meno del sax, e si misero on the road per testare il nuovo sound (testimoniato dal Live at the Paradiso, registrato in aprile ma edito solo un anno dopo).
In luglio entrarono in studio con un materiale scritto per un trio, in cui la gran parte fu affidata alle tastiere, piano ed organo. Anche se i brani sono tipicamente alla Hammill, appare la firma dei tre membri, a testimoniare lo sforzo collettivo degli arrangiamenti e forse anche a ricompensare i musicisti fedeli. Il suono è ancora brillante, ma la mancanza del sax si avverte, e spesso si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad uno dei recenti dischi solisti di Hammill più che al nuovo album dei Van Der Graaf Generator. Bello lo strumentale che introduce il disco, The Hurlyburly, e belli spunti sparsi ovunque fra le canzoni. Un disco elegante. Abbastanza per soddisfare la sete di musica della grande band inglese. Non abbastanza per gli appetiti della Virgin Records che, dopo aver riesumato l'etichetta Charisma per ristampare il catalogo di VDGG e PH, scioglierà il contratto al gruppo.

brani inseriti nel live show: All That Before

consiglio per l’acquisto: un buon album per completare la collezione dei VDGG

rating del recensore: ★★★½